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Il processo

«Come ti permetti di alzare la voce? Ti uccido». Maltratta moglie e figlie: condannato

Daniele Oppo
«Come ti permetti di alzare la voce? Ti uccido». Maltratta moglie e figlie: condannato

Il tribunale di Ferrara ha stabilito in 5 anni di reclusione la pena: in passato spinse anche la figlia giù per le scale dopo che questa era reduce da un'operazione alle ginocchia

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Ferrara «Io ti uccido, come ti permetti di alzare la voce contro di me?» Quasi due anni di maltrattamenti, vessazioni, percosse, minacce di morte, umiliazioni. Il tutto per la pretesa di esercitare il predominio sulla componente femminile della famiglia – la moglie e le figlie, soprattutto quella più grande – e la libertà di usare i soldi a proprio esclusivo piacimento e per l’acquisto di stupefacenti, non disdegnando di mostrare le precarie condizioni di vita delle sue bambine a estranei, in modo da impietosirli e farsi dare del denaro. Un uomo di 44 anni, di nazionalità pakistana, difeso dall’avvocato Mattia Romani, è stato condannato ieri mattina del tribunale di Ferrara a 5 anni di reclusione per il reato di maltrattamenti in famiglia aggravati, nonché al risarcimento del danno nei confronti delle vittime, parti civili nel processo, assistite dall’avvocata Carlotta Occari.

La donna aveva raccontato a processo che l’uomo, nel 2016, era stato arrestato in Pakistan mentre prendeva l’aereo per fare ritorno in Italia con una figlia. Un arresto per possesso di droga e, secondo il racconto della donna, quella droga l’aveva nascosta addosso alla bambina. Dopo tre anni di carcere era riuscito a tornare in Italia. Un anno di convivenza sofferta per la donna, nel tentativo di salvare il rapporto e la famiglia, ma poi tra 2020 e 2021 le cose sono decisamente precipitate all’inferno.

L’uomo ha iniziato a minacciare lei e la loro figlia maggiore – comunque minorenne – anche di morte e dicendole, secondo l’accusa, «io ti uccido, come ti permetti di alzare la voce davanti a me, sei rovinata nello studio, qua in Italia ha rovinato tutto». A inizio 2020 ha aggredito verbalmente la figlia e tentato di picchiarla, non riuscendoci per l’intervento della madre, a sua volta aggredita e presa per il collo. Era incinta dell’ultimogenita. La coppia litiga spesso perché lui spende i soldi in stupefacenti e non ammette richiami, ai quali risponde con insulti e botte. Madre e figlia più grande si danno man forte a vicenda, riuscendo a impedire che le cose sfocino oltre, spesso “minacciando” di chiamare le forze dell’ordine.

Nel 2021 l’uomo fa una cosa orribile: spinge la figlia giù per le scale, dopo che questa era reduce da un’operazione alle ginocchia. Operazione che aveva sfruttato per fare fotografie alla figlia, contro la sua volontà, mentre era in ospedale e mandarle poi a qualcuno da impietosire per farsi dare denaro. Stessa cosa con le altre bambine (minacciate di botte per ottenerne il silenzio), mostrate a sconosciuti per impietosirli e chiedere soldi per il sostentamento familiare che puntualmente finivano in acquisti di sostanze stupefacenti. La misura a un certo punto è divenuta colma: la denuncia, l’assistenza del Centro donna e giustizia e il processo. 


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