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La manifestazione

Permesso di soggiorno, flash mob davanti alla Questura di Ferrara

Alessandra Mura
Permesso di soggiorno, flash mob davanti alla Questura di Ferrara

Vite sospese e umiliazioni. I “Cittadini del Mondo” hanno riacceso i riflettori sulle lungaggini burocratiche.

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Ferrara “Senza permesso non si vive”. Lo hanno ripetuto come un mantra, una liturgia, i “Cittadini del Mondo” che oggi hanno tenuto una manifestazione davanti alla Questura di Ferrara per continuare ad accendere un faro su un problema che riguarda le vite di centinaia di stranieri che da anni vivono e lavorano nel Ferrarese: il mancato rispetto dei tempi per il rinnovo del permesso di soggiorno. Un “pezzo di carta” in cui si concentrano tutti i diritti di un’esistenza che possa chiamarsi tale: un lavoro, una casa, la salute, il futuro proprio e dei propri figli. Che, di per sé, il futuro lo incarnano. Erano in tanti in corso Ercole I d’Este, ma avrebbero potuto essere molti di più, se si fossero uniti anche coloro che temono di farsi vedere, perché irregolari loro malgrado. Chiedono che i permessi vengano rilasciati al massimo entro 60 giorni, e non dopo molti mesi e anche più, come accede adesso. Lungaggini tecnico-burocratiche che si affiancano a una normativa – come le leggi Cutro 1 e 2 che ha vietato tra l’altro di convertire i permessi di lavoro in permessi di soggiorno – ostile all’accoglienza e all’inclusione. Tante le testimonianze di vite sospese, umiliazioni, attese infinite.

Ma anche di lotta, riscatto, volontà di dialogo e conoscenza. Perché, ha detto uno degli intervenuti, “non voglio che gli italiani mi vedano come qualcuno da temere, ma come una persona normale”. Accanto alla denuncia, le proposte. Come quella illustrata  dall’avvocato Enrico Segala, consigliere comunale, a nome delle forze di opposizione: lavorare insieme a tutto il Consiglio sui protocolli, per far sì che le domande di rinnovo pendenti in Questura garantiscano per lo meno il rilascio del codice fiscale (e quindi della tessera sanitaria) e il diritto alla residenza. Piccoli  passi verso chi chiede di poter contribuire alla crescita del nostro Paese. E già lo sta facendo: “Ma non vogliamo sentirci ospiti, siamo cittadini”.

A.M.