Porto Garibaldi, protesta dei pescatori: «Troppa sabbia davanti al porto»
Le sirene dei pescherecci perché la Regione intervenga
Porto Garibaldi Nel gioco della battaglia navale l’affondamento delle navi è virtuale. Invece, a causa del progressivo insabbiamento dell’imboccatura dei porti di Porto Garibaldi e Goro il rischio di arenarsi oppure di affondare da parte dei pescherecci e motonavi turistiche è reale. Per questo, ieri sulla banchina dei porti di Porto Garibaldi e Goro si è levata la protesta dei pescatori che, invece di utilizzare megafoni e voce, hanno preferito utilizzare le sirene di bordo dei pescherecci ancorati. Un modo rumoroso e singolare per attirare l’attenzione sull’annoso problema dei cumuli di sabbia che all’imboccatura del porto limitano sempre di più il regolare transito di pescherecci, motonavi per turisti e barche da diporto. Così nel porto di Porto Garibaldi si sono dati appuntamento i dirigenti di alcune organizzazioni di pescherecci e pescatori, con la presenza del consigliere regionale Fausto Gianella e del vicepresidente della Provincia, Alessandro Guaraldi. Per Ariberto Felletti, presidente della locale Cooperativa Piccola e Grande Pesca che organizza 40 pescherecci, «è necessario intervenire per dragare meglio l’imboccatura del porto perché in quel tratto attualmente il passaggio è molto rischioso».
«Per risolvere il problema sarebbe necessario effettuare un intervento di protezione del porto, come già effettuato a Rimini, per impedire ulteriori criticità nella navigazione». Presente anche il presidente del Consorzio Tre Ponti, Devid Bellotti. A rincarare la dose è stato poi Gianella che sul tema, ha preannunciato la presentazione di una risoluzione in Consiglio regionale. «Oltre a un intervento immediato e non più rinviabile di escavo della sabbia che ostruisce l’imboccatura del porto e la periodica manutenzione dei porti, è indispensabile che la Regione predisponga un articolato piano almeno a medio termine, per l’effettuazione dei necessari lavori per risolvere il problema. Anche se finora nel bilancio regionale sono stati previsti stanziamenti per finanziare progetti strutturali».L’assenza di un fondale adeguato rende più difficoltose le manovre di entrata e uscita dai porti, soprattutto in condizioni meteo avverse, aumentando il rischio di incidenti marittimi e mettendo a repentaglio la sicurezza di equipaggi e passeggeri, in modo particolare nei porti di Goro e Porto Garibaldi, che come altri del litorale della regione, sono soggetti al fenomeno dell’insabbiamento. Ma, oltre ai problemi connessi all’agibilità operativa, limitata dall’insabbiamento dell’entrata dei porti, il comparto non solo della pesca ma anche agricolo, sconta da tempo evidenti segni di crisi. Per questo, il Coordinamento Agricoltori e Pescatori dell’Emilia Romagna mette in campo numerose iniziative, tra cui la sensibilizzazione dei vertici regionali in quanto, si legge in un comunicato reso pubblico ieri, «le condizioni geopolitiche, climatiche e creditizie continuano a incidere pesantemente sui bilanci delle aziende agricole e di pesca, aggravando la crisi». Infatti, «le aziende si sono mobilitate in tutta Italia per sensibilizzare le istituzioni sull’urgenza di interventi straordinari, tra cui un tavolo permanente di confronto, per sollecitare misure straordinarie».