Addio al pizzaiolo dalle mille idee: Renazzo piange il “papà” del Condor
Dario Locci è morto venerdì a 75 anni per un malore, donati gli organi
Renazzo Come tutte le mattine era andato ad accompagnare a scuola il nipotino, e poi aveva incontrato un amico farmacista con cui aveva appuntamento per il pranzo. Mentre era in auto ha avvertito un malore, l’amico ha subito chiamato i soccorsi, arrivati sul posto con ambulanza ed elimedica. Per due ore il personale del 118 ha provato a rianimarlo, ma il cuore di Dario Locci, 75 anni, storico titolare della pizzeria Condor di Renazzo, ha smesso di battere prima dell’arrivo a Cona. La comunità di Renazzo piange uno dei suoi concittadini più conosciuti a amati. A tracciarne un ritratto è il figlio maggiore Alessandro, che insieme al fratello Luca aveva preso le redini del locale di via Alberelli che Dario Locci aveva riaperto nel 1988 con la moglie Maria Cristina Fallavena, riportando in famiglia - dopo che era stata data in affitto - la pizzeria "Lina" che il nonno aveva fondato diverso tempo prima. Un vulcano di idee ed energia.«Papà aveva introdotto quella che allora era una novità: la pizza in diverse dimensioni, tirata, super tirata e tiratissima e il successo fu enorme, si lavorava fino alle 5 del mattino». Originario della Sardegna, Locci era stato un carabiniere, e per sette anni aveva prestato servizio come vicebrigadiere nella Compagnia di Cento. Dopo il congedo dall’Arma, aveva prima intrapreso un’attività in una fonderia, e in seguito era cominciata l’avventura con il bar pizzeria Condor, uno dei punti di ritrovo per i residenti della frazione centese. «Un’altra sua passione erano gli sport subacquei, per i quali amava realizzare video attraverso uno studio di produzione televisiva, vendendo i filmati anche a emittenti nazionali come Mediaset. E poi era dotato di grande manualità che impiegava nella lavorazione del legno». Negli ultimi due anni appariva molto provato dopo la morte di una sorella, e aveva avuto anche problemi di salute che avevano reso necessaria l’applicazione di uno stent. Tra un paio di settimane avrebbe dovuto sottoporsi a una risonanza magnetica: «Ma non si lamentava mai, era sempre di buon umore e altruista». Tant’è che aveva disposto il consenso alla donazione degli organi, come è avvenuto. «Bisogna attendere il completamento delle pratiche, martedì sarà effettuata l’autopsia e i funerali potrebbero essere fissati tra le giornate di mercoledì o giovedì», conclude Alessandro. E i renazzesi non mancheranno di partecipare al dolore dei familiari, una perdita che è un lutto per un’intera comunità.