La Nuova Ferrara

Ferrara

La svolta

Morte dopo l’operazione agli occhi. Indagini chiuse per 5 medici di Ferrara

Daniele Oppo
Morte dopo l’operazione agli occhi. Indagini chiuse per 5 medici di Ferrara

Stralciata e verso l’archiviazione la posizione di 17 dei 22 indagati iniziali. Secondo la consulenza tecnica, l’entrata in circolo di un liquido usato per l’intervento sarebbe la causa dei decessi

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Diciassette verso l’archiviazione, per cinque invece è arrivato nei giorni scorsi l’avviso di conclusione delle indagini preliminari sulle morti delle signore Gabriella Cimatti (81 anni, di Forlì) e Mara Cremonini (70 anni, di San Pietro in Casale), entrambe in trattamento per una patologia tumorale, ed entrambe decedute dopo un intervento di chirurgia oculistica effettuato all’ospedale di Cona.

Le due pazienti erano decedute il 27 e il 28 luglio del 2023, a distanza di poche ore l’una dall’altra. La Procura di Ferrara ha dunque messo un punto fermo alle indagini, invero non semplicissime. L’avviso di chiusura delle indagini è stato notificato ai medici dell’equipe degli interventi, assistiti dall’avvocato Marco Linguerri, compreso l’anestesista, assistito dall’avvocato Giuseppe Moretti. Nessuno dei sue legali ha ritenuto di dover lasciare dichiarazione alla stampa in questa fase del procedimento.

Nel corso delle indagini il sostituto procuratore Andrea Maggioni aveva fatto eseguire dei complessi accertamenti tecnici al medico legale Giambattista Golè dell’Istituto di medicina legale di Torino e al professor Michele Reibaldi, ordinario di oftamologia nonché direttore della Clinica oculistica della Città della salute e della scienza di Torino.

Le consulenze hanno portato a individuare come cause dei due decessi l’ingresso nella circolazione venosa del perfluoro carburo liquido, o perfluorottano, una sostanza utilizzata in chirurgia oculistica per il drenaggio del liquido sottoretinico. Le consulenze non avevano rilevato errori particolari da parte degli indagati, per cui non si erano spinte nell’attribuzione di responsabilità in capo agli stessi. In tutta evidenza però la procura, in base ad ulteriori considerazioni, si è determinata nella necessità di approfondire i profili di responsabilità dell’equipe medica e dell’anestesista, che ora potranno chiedere di essere ascoltati dal pubblico ministero il quale poi deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione.

Archiviazione che dovrebbe invece arrivare già per gli altri medici coinvolti nelle cure e per infermieri che erano stati sottoposti inizialmente a indagine. «È un buon segno il fatto che tutti miei assistiti non rientrino nell’atto di fine indagini – commenta l’avvocato Gianni Ricciuti, che assiste questi ultimi, undici in tutto –. Mi aspetto che nei prossimi giorni venga avanzata dal pm la richiesta di archiviazione e io mi premurerò di depositare un’istanza in tal senso. Voglio sottolineare che, parlando con ognuno dei miei assistiti, ho avuto l’impressione che abbiano fatto davvero tutto ciò che era in loro potere fare per assistere le due signore, qualcuno anche di più».

L’indagine era nata in maniera rocambolesca, sulla base di una segnalazione dall’interno del Sant’Anna da parte di una dipendente allarmata dai due decessi e dalla mancata comunicazione di essi alla Procura. In un caso la Squadra mobile aveva dovuto perfino interrompere i funerali per preservare la salma, destinata alla cremazione. Il Sant’Anna aveva stabilito che non vi fosse nulla da segnalare dopo un’indagine “interna”, che aveva comportato anche la bonifica della sala operatoria e della strumentazione, che gli inquirenti della procura non hanno dunque potuto esaminare. Su questi fatti è aperto un secondo fascicolo d’indagine per omissione di referto.