Evasione fiscale, i Comuni non segnalano più
L’Agenzia delle entrate ha versato 598 euro. Un po’ meglio Terre del Reno
Ferrara L’alleanza tra Comuni e Stato per scovare gli evasori è finita giù per le scale di cantina. È questa la desolante constatazione che si trae dall’analisi dei dati sulle segnalazioni all’Agenzia delle entrate da parte delle amministrazioni comunali: negli ultimi anni si sono ridotte fino quasi ad azzerarsi. Vale anche per i Comuni ferraresi, a partire dal capoluogo, che quantomeno aderisce da sempre a questa opzione a differenza di un buon quarto dei maggiori centri della penisola. I risultati però dimostrano come lo strumento sia ormai in via di esaurimento. Secondo l’indagine della Cgia di Mestre, infatti, sono quasi 300 le amministrazioni comunali che aderiscono all’accordo per segnalare all’Agenzia delle entrate situazioni d’infedeltà fiscale riguardanti Irpef, Iva, Imposte di registro/ipotecarie e catastali. Quando la segnalazione va a buon fine, e si conclude con un accertamento, al Comune segnalante viene riconosciuto un "premio" del 50% del valore. La classifica nazionale per l’ultimo anno disponibile, il 2023, vede al primo posto per introiti da accertamento il Comune di Milano, con 397.992 euro (l’importo accertato è quindi di meno di 800mila euro), seguito da Genova e Prato, quest’ultimo già con importi molto inferiori, 184.579 euro. Il primo capoluogo emiliano è Bologna, con 88.690 euro d’introiti che vale il 7° posto nazionale, due posizioni sotto c’è Modena. Per trovare Ferrara bisogna scendere al 43° posto, ma è la cifra che colpisce in negativo: 598 euro in un anno, che corrisponde a 1.100 euro accertati attraverso questo canale.
Il dato ha subito un crollo verticale negli ultimi anni, visto che il picco, che risale al 2019, era di 66.865 euro, ma già nel 2020 si era scesi a 9.129 e due anni dopo era ridotto a 1.139 euro. Non è così ovunque, perché Milano ad esempio è rimasta stabile dal pre-Covid e Lodi è cresciuta, ma nella media gli introiti calano in maniera sensibile. Non si può trarre per questo la conclusione che Ferrara non faccia più contrasto all’evasione fiscale o contributiva sul proprio territorio, visto che gli introiti dagli accertamenti diretti da parte del Comune sull’Imu evasa, ad esempio, risultano di qualche milione, ma certo la sinergia con il Fisco statale è stata praticamente messa da parte. Va sottolineato che quasi la metà dei capoluoghi di provincia ha registrato introiti zero nell’ultima rilevazione, e una trentina di loro non hanno mai collaborato con lo Stato. E non è che in questi anni l’evasione fiscale sia in calo: secondo i calcoli di Cgia, infatti, nella sola Emilia Romagna sfuggono al fisco oltre 7 miliardi l’anno, cioè 9,7 euro per ogni 100 incassati; la media nazionale è più alta, 11,4 euro, al vertice c’è la Calabria con 19,4 euro anche se in termini assoluti è la Lombardia a svettare, con 15 miliardi. Per quanto riguarda la classifica provinciale, il Comune più "virtuoso" si conferma Terre del Reno: con 3.646,06 euro d’introiti si piazza nella top cento complessiva del 2023. Nel novero dei Comuni collaborativi, capoluoghi e non, ce ne sono altri quattro ferraresi: Copparo "tallona" Ferrara con 543,54 euro, seguono poi Codigoro (383,25 euro) e Riva del Po (250,20).