Le università italiane perdono posizioni, quella di Ferrara va controcorrente
Unife migliora nel ranking degli atenei stilato dal portale Cwur.org
Ferrara Non arrivano belle notizie per le università italiane nella classifica annuale degli atenei stilata dal portale Cwur.org. Rispetto al 2024, l’80% delle facoltà tricolori ha perso posizioni nell’enorme lista delle duemila università meglio classificate al mondo. In controtendenza invece i numeri riguardanti Unife.
Le migliori Rimangono invariate le prime sei posizioni della classifica generale confrontandole con l’anno passato, con Harvard che resta al comando nonostante gli “assalti” di Donald Trump. Seguono il Mit (Massachussetts Institute of Technology) e Stanford sempre negli Stati Uniti. Quarto e quinto posto sono occupati da Cambridge e Oxford ed in generale, nelle prime venti posizioni, il dominio degli atenei americani è spezzato solo dall’università di Tokyo in Giappone (13° posto) e dalla Psl University di Parigi (19° posto). Da sottolineare poi la crescita degli atenei in Cina, il paese più rappresentato della lista con 346 atenei dei quali ben il 98% ha migliorato il proprio posizionamento nella graduatoria rispetto al 2024.
Le italiane Come lo scorso anno, nessuna facoltà entra nelle prime 100 al mondo. L’unica che ci si avvicina è la “Sapienza” di Roma che scende di una posizione attestandosi al 125° posto. Sempre prendendo in esame le italiane, a seguire si trovano l’università di Padova al 178° posto la quale però perde cinque posizioni e l’università di Milano al 191° posto. Proseguendo ecco gli atenei di Bologna (204), Torino (242), Napoli (243), Firenze (274), Genova (286), Pisa (288) e Pavia (327).
Guardando il quadro generale sono dieci le università italiane migliorate rispetto allo scorso anno, in tre restano invariate mentre ben 53 perdono posizioni. Qualche dato incoraggiante arriva, ad esempio, dall’università di Parma che si piazza al 99° posto mondiale per la qualità delle proprie facoltà. L’università di Padova resta la migliore per quanto riguarda la ricerca in Italia (118) mentre la Bocconi di Milano, nonostante il 602° posto complessivo, può vantare un 46° posto mondiale come “impiegabilità” di chi si laurea nel prestigioso ateneo.
A Ferrara Unife dal canto suo è tra le poche università italiane che vanno in direzione ostinata e contraria, migliorandosi di cinque posizioni rispetto allo scorso anno e classificandosi al 531° posto mondiale. Di conseguenza l’ateneo ferrarese “bussa” alla “top 200” europea (205°) e sale anche in ottica nazionale portandosi al 22° posto in graduatoria. Questi miglioramenti consentono infine ad Unife di entrare tra le 500 migliori università al mondo nel campo della ricerca (499°) .
A commentare il quadro delle università italiane è poi Nadim Mahassen, presidente del Center for World University Rankings: «L’Italia è ben rappresentata nel panorama universitario mondiale. Tuttavia, a preoccupare è il declino delle istituzioni accademiche nazionali dovuto all’indebolimento delle prestazioni della ricerca e allo scarso sostegno finanziario da parte del governo. Mentre diversi paesi pongono lo sviluppo dell’istruzione e della scienza in cima alla loro agenda, l’Italia rischia di rimanere indietro. Senza finanziamenti più consistenti e una pianificazione strategica più solida – conclude Mahassen – l’Italia rischia di perdere ulteriore terreno in un panorama accademico globale in rapida evoluzione».