Scuole aperte a giugno? Dai Lidi di Comacchio arriva un coro di “No”
Balneari nettamente contrari alla proposta dell’assessora regionale Conti di rivedere il calendario scolastico con lo spring break
Lidi Coro di no ai Lidi sulla proposta avanzata dall’assessora regionale Isabella Conti, tesa a rivoluzionare il calendario scolastico. A nessuno piace l’idea di introdurre una pausa invernale (prevedibilmente a febbraio), allungando a tutto il mese di giugno la permanenza in aula, sino al rientro anticipato a settembre.
Per Luca Callegarini, funzionario provinciale di Confesercenti, nonché presidente della cooperativa degli stabilimenti balneari del Lido Volano, si tratta di una «boutade. Con una stagione balneare già ristretta non possiamo permetterci di perdere mesi ulteriori di mare. Gli effetti del calendario scolastico si ripercuotono sul turismo balneare. Al di là dell’autonomia scolastica, ci deve essere la possibilità di avere turisti e famiglie in spiaggia per un periodo lungo a sufficienza per rispondere alle esigenze dell’economia balneare. Siamo già obbligati a mantenere il servizio di salvataggio – aggiunge Callegarini -, sin quasi a fine settembre, ma già all’inizio del mese le famiglie si trasferiscono in città per l’acquisto dei libri e del materiale didattico».
Anche Nicola Ghedini, presidente provinciale di Cna Balneari e titolare del Bagno Kursaal del Lido Spina reputa la proposta dell’assessora regionale Conti «assolutamente negativa per il comparto turistico estivo. Io lancio una contro proposta, quella di aprire le scuole a fine settembre e più che un’interruzione invernale, dato che non siamo sulle Alpi e abbiamo solo il monte Cimone in regione, sarebbe opportuno proporre la chiusura delle scuole sulla base della stagione balneare». In poche parole qualora si dovesse introdurre una settimana di pausa/vacanza nel calendario scolastico, sarebbe più opportuno, secondo Ghedini in altro periodo, all’inizio dell’autunno e non in pieno inverno.
Con ironia, ma con assoluta fermezza, esprime la propria contrarietà anche Giuseppe Carli, presidente della cooperativa degli stabilimenti di Porto Garibaldi, nonché titolare del bagno Astor. «Questa proposta punta forse a lasciare gli studenti in aule che in estate possono trasformarsi in forni crematori? Di sicuro in quelle condizioni i ragazzi saranno in grado di mantenere la concentrazione. Questa proposta – osserva Carli – fa male alla cultura e anche al mondo del lavoro. Non dimentichiamo che in estate i ragazzi si mettono in gioco per guadagnarsi 4 soldini con lavori stagionali. Da tempo si parla di allungare la stagione, si allungano solo disagi e spese».
Di ritorno al passato, con la contro proposta di aprire le scuole al primo di ottobre, parla Luana Guietti, funzionaria della Cesb (Cooperativa degli stabilimenti balneari dei lidi Estensi e Spina) e segretaria nazionale del sindacato DonnedaMare. «Il nostro bacino d’utenza è rappresentato da famiglie con bambini. Già il periodo delle vacanze è molto circoscritto, perché di fatto la stagione balneare inizia ufficialmente il 15 giugno e anche se il beltempo dovesse esserci d’aiuto, comunque, ai primi di settembre le spiagge si spopolano, perché le famiglie con bambini rientrano a casa prima. Anche parte dei bagnini, gli studenti minorenni, riprenderanno la scuola il 15 settembre, se si vuole destagionalizzare, quella non è la direzione giusta».
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