Carcere, i poliziotti sotto stress: «C’è chi pensa di lasciare»
L’allarme dei sindacati della penitenziaria su organico e sovraffollamento
Ferrara Troppi detenuti, molti dei quali stranieri e con difficoltà di adattamento, poco personale in servizio costretto a fare gli straordinari. E qualcuno pensa di lasciare. Questa volta a lanciare l’allarme sulle condizioni della casa circondariale di Ferrara sono tutte le segreterie provinciali dei sindacati: Sappe, Sinappe, Osapp, UilPa Polizia penitenziaria, Uspp, Fns Cisl e Fp Cigl. «All’interno del carcere cittadino si registra una sempre maggiore pressione detentiva, che si attesta stabilmente intorno ai 400 detenuti presenti rispetto ai 256 previsti nella capienza massima, con un sovraffollamento effettivo di circa il 56%, a fronte di una carenza organica del personale di Polizia penitenziaria sempre più grave», affermano i sindacati.
Un dato diffuso nei giorni scorsi dalla Regione ha mostrato che nel 2024 il carcere estense è stato il secondo in Emilia-Romagna per tasso di sovraffollamento (161%), dietro solo a Bologna (164%).
«Il sovraffollamento – proseguono i sindacati – è caratterizzato da una presenza di detenuti stranieri di circa il 40% (una delle percentuali più basse negli istituti emiliano-romagnoli, secondo i dati della Regione, ndr), con una più complessa gestione, soprattutto per le diversità linguistiche e culturali di adattamento. La media nazionale di sovraffollamento carcerario attuale, seppur elevatissima, risulta più bassa di quella locale, con una percentuale del +33%. Inoltre, le percentuali di carenza del personale di Polizia penitenziaria risultano preoccupanti in ogni ruolo, con l’oggettiva difficoltà a garantire il corretto svolgimento del servizio ed il riscontro in tempi consoni alle esigenze della popolazione detenuta», proseguono i sindacati che specificano: «Mentre le insufficienze della forza operativa complessive si attestano intorno al 24%, quella del ruolo ispettori supera il 40%, quella del ruolo sovrintendenti supera il 70% e quella del ruolo agenti/assistenti maschile (la parte che dovrebbe essere più numerosa) risulta intorno al 23%. Ne deriva una continua compressione dei diritti soggettivi del personale, con il riposo settimanale effettuato anche dopo più di 15 giorni di lavoro continuativo ed una situazione di stress generale, inaccettabile in qualsiasi ambiente lavorativo». Secondo Giovanni Rapposelli, segretario territoriale della UilPa, «la situazione comincia ad essere preoccupante. Ci arrivano notizie di diversi colleghi che, a fronte di uno stress insostenibile, stanno pensando di lasciare il lavoro perché non ne sopportano più gli eccessivi carichi. Più di qualcuno già ha cambiato lavoro, fortunatamente, ritrovando serenità. Una situazione del genere si ripercuote per forza sulle gestioni familiari del personale, con le famiglie sempre più preoccupate rispetto alle sorti dei propri cari. Il sistema carcere è in grave affanno e la realtà estense è solo l'apice di un problema che va affrontato subito».
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