Cento, incendi di auto per forzare la vendita di una casa
Tre 30enni sono indagati per tentata estorsione. Il mandante è invece deceduto in corso d'indagine lo scorso dicembre
Cento Il presunto mandante è deceduto in corso d’indagine, all’inizio dello scorso dicembre. Nel frattempo, i carabinieri di Cento avevano ricostruito un quadro fosco, fatto di atti intimidatori allo scopo di forzare la vendita di un immobile a un prezzo molto più basso di quello richiesto.
Atti che sarebbero stati posti in essere da tre uomini provenienti da Bologna, Alghero (in provincia di Sassari, in Sardegna) e da Campobasso, in Molise, rispettivamente di 37, 33 e 32 anni. Il sardo, secondo gli inquirenti, avrebbe partecipato a tutti gli atti intimidatori, quattro in tutto quelli contestati, due volte agendo da solo, le altre avvalendosi della collaborazione degli altri due indagati nei confronti dei quali la Procura di Ferrara ha da poco chiuso le indagini, con in vista una richiesta di rinvio a giudizio. I reati ipotizzati sono incendio doloso, tentata estorsione e violazione di domicilio.
Le indagini sono state compiute da un lato visionando le immagini di una telecamera di sorveglianza, dall’altro tramite intercettazioni, effettuate anche con l’uso del trojan, il programma informatico che consente in sostanza di controllare i dispositivi informatici degli indagati. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, tra il 22 aprile e il 25 luglio del 2023, i tre uomini avrebbero dato esecuzione a un piano, ordito da un imprenditore bolognese, per forzare la vendita di una casa, ma alle proprie condizioni. Casa, peraltro, nella quale l’imprenditore aveva vissuto in affitto e dalla quale era stato sfrattato con una procedura immobiliare.
In mezzo era nato un contenzioso civile tra la coppia di proprietari e una società immobiliare che aveva manifestato l’interesse all’acquisto, arrivando anche a versare 130mila euro di caparra confirmatoria senza poi dar corso alla compravendita, perdendo così il denaro. Secondo gli inquirenti, quell’immobiliare era collegato allo stesso imprenditore sotto sfratto, che nel corso della procedura esecutiva aveva invitato un primo segnale intimidatorio, incaricando il 33enne sardo di incendiare l’auto del proprietario, una Bmw di grossa cilindrata. È il 22 aprile del 2023.
La notte del 16 maggio successivo, quella prima del programmato rilascio dell’immobile da parte altro episodio inquietante. Questa volta a prendere misteriosamente fuoco è la Golf del figlio del proprietario. Ad appiccare l’incendio sarebbe stato ancora una volta il sardo, sempre su mandato dell’imprenditore. Tre giorni dopo brucia un’altra auto, quella del suocero del proprietario di casa. Autori sarebbero stati il sardo e il molisano. Nel frattempo, l’imprenditore chiede una proroga dei tempi per il rilascio dell’immobile e ne tratta direttamente l’acquisto, ma propone di pagarlo 190mila euro anziché i 270mila richiesti. Il 25 luglio un nuovo e ultimo gesto intimidatorio: a bruciare è un deposito di attrezzi nel giardino del proprietario di casa. Autori presunti: il sardo e il bolognese. (foto d'archivio)
© RIPRODUZIONE RISERVATA