Maxi truffa a Ferrara, l’avvocato prende tempo
Si valuta il risarcimento del danno alla vittima raggirata per 400mila euro
Ferrara Per una truffa stimata in poco più di 400mila euro nei confronti di un imprenditore, l’avvocato Alfredo Zucchi ha chiesto ieri del tempo per poter risarcire il danno ed eventualmente chiedere di poter accedere alla messa alla prova, che potrebbe portare all’estinzione del reato. La decisione della giudice Sandra Lepore arriverà a settembre, dopo aver valutato l’effettività del risarcimento.
Solo alcuni mesi fa, febbraio, Zucchi aveva già patteggiato davanti al giudice dell’udienza preliminare una pena di un anno e quattro mesi di reclusione – con il beneficio della sospensione – per aver truffato un suo cliente, un uomo disabile e soggetto ad amministrazione di sostegno. Tra il 2017 e il 2018 gli aveva “spillato” quasi 134mila euro gonfiando in maniera spropositata le parcelle per le attività prestate e facendosele approvare dal giudice tutelare sia a saldo, sia in via preventiva con l’autorizzazione al prelievo dal conto. In quel procedimento l’avvocato era stato imputato inizialmente per peculato, ma poi era stato riqualificato in truffa, cosa che gli aveva permesso di patteggiare senza la preventiva restituzione del maltolto (cosa che non sarebbe stata possibile con il peculato).
I fatti contestati da ultimo, per i quali ieri si è tenuta l’udienza predibattimentale, sono stati oggetti di un esposto presentato da un imprenditore di Comacchio – assistito dagli avvocati Giacomo Forlani e Samuele Bellotti – che aveva incaricato Zucchi per un recupero crediti di 99.700 euro. Secondo quanto ricostruito dalla Procura estense, nel periodo tra ottobre 2018 e gennaio 2022, Zucchi, «abusando del rapporto di fiducia instaurato con il cliente», sarebbe riuscito a farsi corrispondere la somma di 403.973 euro. Il tutto chiedendo esborsi, anticipi, acconti e spiegando al cliente che erano necessari per il buon esito della procedura e che l’interruzione avrebbe compromesso in maniera irreparabile la riuscita del recupero del credito. Una cifra considerata dagli inquirenti «del tutto esorbitante rispetto al preventivo onorari di 15mila euro» pattuito tra legale e cliente, nonché priva di «qualsiavoglia ragionevole giustificazione».
L’imputato è difeso in giudizio dall’avvocato Dario Bolognesi, ieri sostituito dal collega Antonio Vesce.
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