I limiti di questa politica
Il fondo del direttore de la Nuova Ferrara dopo il risultato del referendum
Quando un referendum non raggiunge il quorum, le domande sono sostanzialmente due. La prima: erano sbagliati i quesiti, nel senso del poco appeal verso i cittadini? La seconda: è in discussione lo strumento referendario? In questo caso, probabilmente, c’è stato un insieme di fattori, ma non di colpevoli, che vanno ricercati altrove. Prendiamo i quattro quesiti sul lavoro: in alcuni passaggi erano molto tecnici per una partecipazione popolare estesa come ci si augura sempre sia quella del referendum. Prendiamo il tema della cittadinanza: doveva essere il quesito che avrebbe trascinato gli altri quattro, invece si è rivelato il più fragile e con la percentuale di sì più bassa. Cosa resta? Al netto del coraggio dei promotori, resta una politica che anziché parlare delle emergenze del Paese - lavoro e cittadinanza lo sono - si affretta nella tifoseria prima ancora di ribadire un diritto, come sono lavoro e cittadinanza. Così la maggioranza che festeggia il quorum mancato e il Pd che rimarca che i 14 milioni di voti sono più di quelli che ha preso Meloni sono acuti fuori dal tempo. Il problema non è questo referendum, che non resterà nei libri di storia, ma la capacità della politica di saper parlare ai cittadini. Magari ricominciando proprio dal lavoro.