La Nuova Ferrara

Ferrara

Allarme sui reati

Ferrara, truffatori sempre più attrezzati e la vittima viene rimborsata

Ferrara, truffatori sempre più attrezzati e la vittima viene rimborsata

Portati via oltre 14mila euro dal conto con un sofisticato raggiro online

3 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Una truffa molto sofisticata e molto avanzata, al punto di riuscire ad accedere al conto corrente online senza destare sospetti né della titolare né del sistema BancoPoste. Riuscendo così a prelevare dal conto circa 14mila euro tramite ricariche telefoniche e trasferimenti nel circuito Western Union, solitamente usato per mandare il denaro all’estero. Una truffa per la quale Poste Italiane ha accettato di restituire alla cliente tutto il denaro perso, aderendo alla proposta presentata in sede di arbitrato bancario finanziario avanzata dalla vittima per il tramite dell’associazione Confconsumatori e dell’avvocato Antonio Frascerra, che ne è presidente della federazione ferrarese.

Se per la signora le cose si sono risolte per il meglio, il caso segnala da un lato l’abilità dei truffatori e dall’altro la necessità che i gruppi bancari predispongano sistemi di protezione molto forti. Proprio su questo si è basato il reclamo di Confesercenti, perché la signora non sarebbe stata protetta a sufficienza dai sistemi di autenticazione dell’applicazione di BancoPosta e dai relativi alert. L’11 febbraio – ricostruisce l’associazione – aveva ricevuto un sms da un sedicente account “Poste Info” che la avvisava che la carta era in fase di blocco e la invitava a seguire un link per evitare la sospensione. Il link portava all’applicazione BancoPosta e qui la richiesta di fornire dati personali che però la signora non ha fornito, perché accortasi dell’anomalia della procedura. A farla ricredere, però, una chiamata del giorno successivo, alle 12. 45, da un sedicente operatore di Poste Italiane che le ha spiegato che l’operazione del giorno precedente non era stata completata e l’ha invitata a recarsi in uno sportello Atm. Nel pomeriggio poi un’altra telefonata nel quale l’operatore ha fornito alla donna la sua password, da lei mai comunicata. Cosa, questa, che ha tranquillizzato la signora convincendola che al telefono ci fosse davvero un operatore di Poste, per poi ricredersi alla richiesta del codice dispositivo del conto. Nel tentativo di entrare nell’app BancoPosta si è resa conto che tutti i parametri di accesso erano stati modificati, per cui ha chiamato il numero verde per bloccare la carta, accortasi di essere stata raggirata.

Alcuni giorni dopo la denuncia, Poste ha comunicato alla signora che, in effetti, i truffatori avevano effettuato un accesso al suo conto tramite app utilizzando un telefonino con sistema operativo Android già alle 6. 20 del 12 febbraio, e per questo erano in grado al pomeriggio di conoscere la sua password. Nel frattempo avevano modificato tutto senza che nessun alert venisse inviato alla donna da parte del sistema di sicurezza di Poste. Così facendo i truffatori hanno eseguito 112 ricariche telefoniche per 14mila euro e trasferire 906mila euro con 10 operazioni con Western Union.

Importi tutti rimborsati. Un esito che, spiega l’avvocato Frascerra, «ci rende felici per la truffata che potrà riavere il rimborso della somma oggetto della truffa online subita, dall’altro tutto ciò conferma il dovere di tutti gli intermediari di adottare livelli di sicurezza sempre più elevati conformi alla disciplina comunitaria che prevede l’autenticazione forte. È indispensabile per poter efficacemente contrastare l’alto livello tecnologico delle truffe on line attuali». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA