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Il personaggio

Ghedini, il pittore di Scortichino che racconta territori in via di estinzione

Pietro Gavioli
Ghedini, il pittore di Scortichino che racconta territori in via di estinzione

L’artista dipinge borghi ed edifici della zona

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Scortichino “Da qui messere si domina la valle”, una citazione di un poetico brano degli anni Settanta che sembra stata scritta per Andrea Nettuno Ghedini, eclettico scortichinese che ha fatto della pittura una ragione di vita. Il borgo Bisi dove da sempre vive nella casa di famiglia in effetti offre un suggestivo panorama di terreni coltivati e casolari immersi in una ordinata e rigogliosa campagna, fra i motivi ispiratori per tanti suoi dipinti. Una campagna interrotta dall’argine del canale Diversivo, oltre il quale si estende la pianura finalese, e dalle case colorate che si affacciano sul viale principale del proprio paese, «che un tempo era chiamato al stradon dla ciesa», precisa Ghedini mentre passa in rassegna e indica tutti gli edifici e ruderi di un territorio di cui conosce ogni minimo particolare.
E che in tanti anni ha raffigurato in quadri, disegni e schizzi tali da sembrare una sorta di portfolio minuzioso e particolareggiato di questa parte del comune di Bondeno. Un’area segnata profondamente dal sisma di 13 anni fa, con vecchie costruzioni parzialmente o completamente cancellate, ma che Ghedini aveva provveduto a illustrare con un realismo che trasmette emozioni.
Classe 1947, è apprezzato artigiano della pittura (l’azzeccata definizione l’ha suggerita lui stesso) che ha potuto esprimersi maggiormente da quando alcuni decenni fa ha raggiunto l’età della pensione. Salendo le vecchie scale in legno della cantina si accede a un ambiente caratteristico, una sorta di laboratorio nel quale si rifugia quando raccoglie le idee per realizzare i suoi lavori. È il suo regno, un atelier nel quale manca nulla per poter esprimere la sua vocazione artistica: cavalletti, libri storici e d’arte, quadri alle pareti e altri in via di completamento, tavolozze, pennelli e colori. Dalla finestra si possono scorgere scenari che hanno ispirato la realizzazione di alcune sue opere.
L’osservazione del mondo che lo circonda è l’impulso maggiore che lo “invita” a dipingere la natura nelle varie stagioni, a realizzare ritratti di persone, angoli caratteristici di luoghi e paesi che fanno parte del suo vissuto. Come ad esempio la tela in cui si vedono le vecchie case, i fienili e le stalle del Fondo Bollitora, al Buidori: «Ora - dice amaramente – non ci abita più nessuno e gli edifici dopo il terremoto hanno cambiato aspetto, sono irriconoscibili». Poi, presentando un altro dipinto: «Anche questa villa signorile della famiglia Cremonini - Farolfi che sorgeva nel Fondo Grillenzona, poco distante da qui, ormai è quasi del tutto crollata».
Ghedini ha realizzato un quadro sulla Torre dei Modenesi di Finale, prima che il sisma ne causasse il crollo; fra gli elementi aggiuntivi un signore di passaggio: «Quello sono io, un autoritratto particolare al quale sono molto legato».
Ghedini dal padre Gino ha ereditato la casa e la passione per la pittura: «Era molto stimato, quasi sempre dipingeva su richiesta, perché ai suoi tempi realizzare un ritratto o un paesaggio era utile a far quadrare il bilancio familiare. E sono ben felice di aver raccolto il suo testimone». l

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