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La lettera

“Quando sarai grande ti racconterò”. Lavorare alla Spal e perdere tutto

Clarissa Vecchiatini*
“Quando sarai grande ti racconterò”. Lavorare alla Spal e perdere tutto

La lettera di Clarissa al figlio piccolo. Lei, dipendente Spal per 9 anni: “Ti racconterò della promozione, degli anni magici in serie A, dei sorrisi e degli abbracci con i colleghi e di come in un attimo le cose nella vita finiscono in frantumi”

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Quando sarai grande ti racconterò. Ti racconterò di quanto sia stato un sogno lavorare alla Spal nella sua epoca di grande gloria e splendore, ti racconterò di come sono entrata in quell’estate del 2016, dopo un altro lavoro perso per cause di forza maggiore, a gestire un negozietto in via Voltapaletto, un negozio pieno zeppo di sogni e aspettative, che profumava di campionato vincente. E delle code infinite per acquistare una maglia! Ti racconterò di come mi sono sentita quando siamo stati promossi in serie A e di quanto fosse magica la piazza di Ferrara con una festa di 12.000 persone o forse più. Ti racconterò che non sempre è stato facile perché ci sono state persone che non remano mai dalla tua parte qualsiasi cosa succeda, nel mondo del lavoro. Ti racconterò della bellezza della campagna abbonamenti del 2017 con la gente seduta fuori dallo stadio la notte in trepida attesa della mattina per accaparrarsi il miglior posto allo stadio o un desiderato abbonamento in Curva Ovest. Ti racconterò dei magici anni della serie A, delle cene di Natale in fiera con 1.200 persone, delle mie hostess a cui ho voluto bene come sorelle minori e che ringrazio ancora una volta per essere state delle amiche oltre che delle collaboratrici. Ti racconterò delle emozioni dello stadio gremito in serie A, emozioni che non potranno mai essere trasmesse a parole perché non esistono parole che possano descriverle! Come quella volta che ci siamo salvati l’ultima partita contro la Samp e Ferrero che ballava dalla panchina, mamma mia è stato come nascere una seconda volta! Ti racconterò della prima partita contro il Napoli vista dal Field Box, mi sentivo in campo con la squadra, sensazione unica! O della Juventus a Ferrara con lo stadio esaurito e della gara Spal-Lazio in cui ho emesso circa 1.250 accrediti uno ad uno e mi è venuto il fuoco di Sant’Antonio in una mano per lo stress! Poi ti racconterò che è arrivato il Covid e ha iniziato piano piano a sgretolare il sogno che stavamo vivendo fino a quella gara con il Milan fatta in luglio perché quell’anno il campionato terminò molto tardi, che ha decretato una silenziosa discesa. Ti racconterò di questi anni non semplici, ma dei sorrisi e degli abbracci con i colleghi, di gioia, dolore, consolazione, mancati risultati sul campo, ma la nostra volontà di fare sempre al meglio, di tenere sempre uno standard di lavoro alto perché si ci credevamo che un giorno saremo tornati in quegli anni gloriosi! Ti racconterò di questi miei ultimi anni in segreteria commerciale e di quanto sia stato bello conoscere i volti che ci sono dietro le aziende sponsor e le persone che ci hanno aiutato tanto, ci hanno creduto e hanno dato tutto fino all’ultimo anche nei momenti più bui. Infine ti racconterò del 17 maggio 2025 e di quello stadio con 11.500 persone a tifare come se fosse la partita della promozione in A, un’emozione memorabile che non uscirà mai dalla mia mente e dal mio cuore! Poi ti racconterò figlio mio, di come in un attimo le cose nella vita cambiano, si disfano, finiscono in frantumi e si vaporizzano. Come il mio cuore quando mi penso senza la mia Spal, quando dovrò guardare le cose da fuori e non più da dentro. Ma ti assicuro figlio mio che il mio cuore sarà sempre lì, in via Copparo 142 e in corso Piave perché lì è stata la mia vita per 9 anni e lì saranno sempre i miei ricordi più belli perché il cuore ha una memoria che la ragione non conoscerà mai.

*dipendente Spal