Prove Invalsi di Lingua italiana. Studenti ferraresi poco preparati
Secondo il rapporto nazionale della fondazione Openpolis, il 38% dei ragazzi di 3ª media non ha competenze adeguate
Ferrara Il 38,3% degli studenti ferraresi arriva al terzo anno della scuola superiore di primo grado con competenze alfabetiche non adeguate. Lo dice la fondazione Openpolis sulla base del Rapporto nazionale Invalsi 2024 riferito all’anno precedente. Il dato calcola la quota di studenti delle classi terze della scuola secondaria di primo grado che, rispetto a una scala di cinque livelli, non raggiungono la soglia minima di adeguatezza, rappresentata dal terzo livello, ma si fermano ai primi due. Nella fascia più bassa, l’allievo o l’allieva “individua singole informazioni date esplicitamente in parti circoscritte di un testo. Mette in relazione informazioni facilmente rintracciabili nel testo e, utilizzando anche conoscenze personali, ricava semplici informazioni non date esplicitamente. Conosce e usa le parole del lessico di base, e riesce a ricostruire il significato di singole parole o espressioni non note ma facilmente comprensibili in base al contesto. Svolge compiti grammaticali che mettono a fuoco un singolo elemento linguistico, e in cui è sufficiente la propria conoscenza naturale e spontanea della lingua”. Il livello successivo include capacità aggiuntive come ricostruire significati e riconoscere relazioni tra informazioni (causa-effetto), usare elementi testuali (il corsivo, aggettivi, il condizionale o il congiuntivo) così come “parole ed espressioni comuni, anche astratte e settoriali, purché legate a situazioni abituali”. Competenze lontane dal livello 5, che include la capacità di ricostruire in modo autonomo significati complessi, cogliere il senso del testo al di là del significato letterale e avere sicura padronanza lessicale.
In Emilia Romagna gli studenti ferraresi sono terzultimi, prima di Modena, dove è il 38,8% ad avere competenze alfabetiche inadeguate, e Piacenza (38,6%), ma dopo Parma (36,7%), Forlì Cesena (36,4%), Reggio (36%), Ravenna (34,5%), Bologna (33%) e la “prima della classe” Rimini (32,5%). Maglia nera in Italia è Crotone (57%), mentre al top c’è Lecco con il 27,2%.
«Sono conclusioni nelle quali, almeno per quel che riguarda la mia scuola, non mi riconosco – commenta la dirigente dell’Ic Dante Alighieri di Ferrara, Paola Manzan –. Gli studenti sono bravi e preparati, ma bisogna anche considerare che le prove Invalsi fotografano una media statistica, anche se fedele; misurano il sistema scolastico nel suo complesso, poi le realtà specifiche vanno valutate singolarmente. Il Ferrarese è un territorio vario e complesso, che comprende aree che scontano difficoltà e criticità per vari motivi. In passato ho insegnato e sono stata dirigente in scuole, come a Vigarano e San Carlo, caratterizzate dalla presenza di molti allievi di origine straniera, e così pure a Portomaggiore sappiamo che c’è una numerosa comunità pakistana, e questo può influire sulle competenze linguistiche, pur se le prove Invalsi tengono conto anche di questo fattore. Per quel che riguarda la mia scuola, devo dire che abbiamo risultati molto buoni, ai ragazzi del resto vengono offerte molte possibilità, ad esempio vengono portati a teatro o in biblioteca». C’è un altro fattore a cui prestare attenzione, ovvero il linguaggio sempre più telegrafico dei messaggini: «Ricordo quando si mandavano lettere agli amici di penna – concorda la dirigente – oggi i ragazzi hanno meno occasioni di scrivere a mano, e questo non aiuta».
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