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Ferrara Summer Festival in piazza Ariostea, i residenti: «Noi murati in casa»

Alessandra Mura
Ferrara Summer Festival in piazza Ariostea, i residenti: «Noi murati in casa»

Parlano gli abitanti: «I concerti qui sono una forzatura». Al centro della polemica il rumore e la sosta

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Ferrara C’è chi ha parcheggiato l’auto in zona stazione, e ieri mattina si è fatto una camminata di quasi mezz’ora per raggiungere la macchina e andare al lavoro. Altri hanno tentato la sorte e l’auto l’hanno lasciata in divieto di sosta, dove però è scattata la prevista rimozione. All’indomani del concerto degli Slipknot tra i residenti della zona di piazza Ariostea, cuore dei concerti del Ferrara Summer Festival, prevale l’esasperazione di vivere «da murati in casa» per la durata della manifestazione. Il rumore, ma prima ancora la soppressione dei parcheggi e l’impatto sulla viabilità i motivi delle lamentele pressoché unanimi: «È stato orribile, mentre suonavano non potevi fare nulla, non riuscivi a sentire la tv e nemmeno a pensare - affermano George e Linda Harrison che abitano in corso Porta Mare - Di positivo c’è che il pubblico si è comportato molto bene: abbiamo le finestre affacciate sulla piazza, nessun vandalismo ma solo divertimento e la musica non si è fermata più tardi delle 23 circa. La piazza oggi sembra anche in buono stato, pulita, ma resta il fatto che questo non è un luogo adatto per i concerti».
A condividere la "blindatura estiva" fino all’anno scorso c’era piazza Trento Trieste, «ora il Summer Festival lo fanno tutto qui e per noi residenti il disagio è continuo e notevole soprattutto per la viabilità e i parcheggi. Trovare un posto auto è difficile e con questo caldo è terribile», concorda Matilde Crepaldi. Il marito di Daniela Asuncao, Michele, ieri mattina ha dovuto anticipare la sveglia. «Lavora e si deve alzare presto, ma il problema non è tanto la musica alta, ma la mancanza di aree di sosta: «Ha trovato posto a 30 minuti a piedi da qui, in zona stazione, e sarà così ancora per settimane». Infastidita, ma anche rassegnata, la famiglia Antonellini: «Sembrava che stessero suonando qui in sala, e non c’è posto per parcheggiare. Che dire? Pazienza». Nessuna critica per il rumore, invece, da parte di Giorgio De Agostino, che abita in corso Porta Mare: «No, a me non ha dato particolarmente fastidio, anzi a un certo punto mi è sembrato che fosse stato abbassato il volume».Chi invece sta vivendo «veramente molto male» la situazione è Donatella Alvisi: «Sono pronta a firmare qualsiasi petizione perché spostino i concerti in un luogo più idoneo, come il Parco Urbano - esordisce - I grandi eventi, i concerti in sé vanno benissimo, ma non ci può pensare di chiudere tutta una zona cittadina e imporre ai residenti disagi pesanti, come l’impossibilità di parcheggiare. Il problema non è lo spettacolo, che è durato circa un’ora e mezza ed è terminato poco dopo le 23, ma è la nostra quotidianità che in questo periodo è stravolta». Si dicono «arrabbiatissimi» Marco Roboni e Monica Ferrari: «Non si può lavorare, non si può parcheggiare, tolgono posti auto per ricavare spazi che poi non vengono usati, e con tutti questi divieti non ci si può muovere. Ci sembra una grande forzatura». Sono una coppia di professionisti con studio proprio in corso Porta Mari: «Facciamo orario continuato dalle 8 alle 19.30-20, ma ieri (martedì) abbiamo dovuto chiudere in anticipo. Siamo murati a causa delle transenne, addirittura i nostri vicini si sono ritrovati con le finestre oscurate dagli sbarramenti, che poi su loro richiesta sono stati rimossi». I disagi, continuano, toccano anche altri residenti della palazzina: «Qui a fianco ha lo studio una psicoterapeuta che ha dovuto disdire alcuni appuntamenti del pomeriggio perché c’erano le prove e con la musica alta non era possibile ascoltare i pazienti. La proprietaria dell’immobile, che vive con la mamma di 95 anni, stava tornando a casa in bicicletta lungo corso porta Mare, e non per via Borso come indicato: è stata fermata e le è stato chiesto un documento di identità per verificare la residenza, ci sembra tutto eccessivo. E se dovesse esserci un’emergenza?». Si dicono poi meravigliati «che la Soprintendenza, che in passato aveva bocciato gli ombrellini biancazzurri della Spal, abbia permesso tutto questo. Ci sono ben altri spazi in città da utilizzare per questi eventi». Controcorrente invece Andrea Miano: «Io la penso in modo diverso, capirei i disagi se suonassero fino all’una ma non è così e comunque preferisco una città viva con gente che viene da tutta Italia. E poi: il Parco Urbano non va bene, il sottomura neanche, impossibile accontentare tutti». Stanislao Satta e Lorenzo Mattioli sono studenti universitari. Sono giovani, amano la musica, però - dicono - il punto è un altro: «Non si può privatizzare in questo modo uno spazio comune, sottrarlo alla fruizione dei cittadini e consentirne l’accesso solo a pagamento, mercificando un’area pubblica. Bello organizzare iniziative, ma trovando modalità più delicate e rispettose della qualità della vita di chi abita i luoghi. Anche le transenne, saranno alte due metri e mezzo: va bene la sicurezza, ma si esagera». Martina Cuneo martedì ha atteso tutto il giorno il corriere che doveva recapitarle il passaporto, invano: «Alla fine sono andata di persona a ritirarlo nella sede del corriere, e mi hanno confermato che hanno avuto grossi problemi con le consegne. Mio padre inoltre ha dovuto chiedere un passaggio per andare al lavoro, perché era impossibile uscire con l’auto. Va bene promuovere il turismo, ma senza creare tanti disagi». A raccogliere testimonianze e malumori, intanto, è stato creato il gruppo Facebook "Insieme per piazza Ariostea libera" che ieri pomeriggio contava 60 iscritti.