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Carte false per gli stranieri, l’assessore di Vigarano a giudizio

Daniele Oppo
Carte false per gli stranieri, l’assessore di Vigarano a giudizio

Udienza preliminare del procedimento a carico di 48 persone: anche Ennio Bizzarri a processo. Intanto cade l’accusa di associazione a delinquere

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Ferrara Metà delle accuse è “marcita”, portata via dal tempo e tagliata dalla prescrizione dopo la riqualificazione giuridica dei fatti. L’accusa più grossa, quella di associazione a delinquere, diretta verso i tre imputati principali, è invece stata dichiarata non sussistente. Per il resto, per fatti compiuti tra il 2018 e 2019, il giudice dell’udienza preliminare Danilo Russo ha disposto il rinvio a giudizio.

Si parla del maxi processo che vedeva imputate 48 persone, per lo più straniere, per aver utilizzato un sistema di carte false per poter ottenere l’ambito permesso di soggiorno. Al vertice di questo sistema, secondo l’ipotesi accusatoria, vi era però un notissimo commercialista ferrarese, Ennio Bizzarri, che oggi ricopre anche la carica di assessore comunale a Vigarano Mainarda ed è difeso dagli avvocati Nicodemo Apollinare e Sabrina Guelfi. Era lui, sostiene la procura di Ferrara, il vero titolare della società Economy Srl, ed era lui a dare le istruzioni su come comportarsi a due collaboratori (Marco Benati, Janvier Bienvenu Mbe Mbe), anche loro imputati, per realizzare falsi documenti di tipo contabile-fiscale e fare risultare diversi utenti stranieri come in possesso dei requisiti per poter ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno in Italia. Veniva ad esempio attestata l’esistenza di imprese commerciali, con redditi conseguenti. In questo modo la Questura sarebbe stata indotta in errore nelle sue valutazioni e avrebbe dato il via libera al rinnovo. La società avrebbe prodotto tali false documentazioni dal 2014 fino al 2019.

Le ipotesi accusatorie più remote, fino al 2017, sono state dichiarate prescritte dopo che la procura ha modificato la tipologia di reato di falso contestata (escludendo l’ipotesi aggravata). Sono rimaste in piedi le imputazioni che riguardano i soli anni 2018 e 2019 e il processo ordinario si aprirà il 21 ottobre.

A Bizzarri, Benati e Mbe Mbe era stato contestata l’associazione a delinquere finalizzata al falso e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina (reato, quest’ultimo già caduto in precedenza), ma il giudice dell’udienza preliminare ha ritenuto insussistente tale ipotesi. I tre, dunque, insieme agli stranieri beneficiari degli atti ritenuti artefatti ad hoc, dovranno rispondere di concorso in falso. Una posizione sensibilmente alleggerita. «Ho svolto il mio lavoro: redigere bilanci e dichiarazioni sulla base della documentazione fornita, nulla di più, nulla di meno – scrive Bizzarri su Facebook, dicendosi sereno –. Finalmente, un giudice ha accertato che non è mai esistita alcuna associazione a delinquere. Resta ora da dimostrare la correttezza del mio operato».