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Mail hackerate per l’acquisto di una barca. 55enne di Ferrara a processo

Daniele Oppo
Mail hackerate per l’acquisto di una barca. 55enne di Ferrara a processo

L’uomo si sarebbe introdotto in una compravendita che riguardava l’acquisto di una piccola imbarcazione di servizio per uno yacht, facendosi pagare in anticipo

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Ferrara Accesso abusivo a un sistema informatico, intercettazione e alterazione di comunicazioni telematiche e truffa. Sono i reati dei quali è chiamato a rispondere un ferrarese di 55 anni, considerato un hacker in grado di intrufolarsi nelle comunicazioni aziendali di una ditta lombarda e farsi accreditare 22.500 euro, nel tentativo di arrivare fino a 70mila euro.

La vicenda è del 2019. Un “broker di yacht”, ovvero un mediatore tra aziende produttrici e compratori, aveva contrattato con la Castoldi Srl la consegna di un tender, ovvero una piccola imbarcazione ausiliaria che viene utilizzata per i collegamenti tra yacht e terraferma, da consegnare a Danzica, dove lo yacht era in costruzione. Prezzo pattuito: 75mila euro con pagamento anticipato del 30% dell’importo. La Castoldi aveva così inviato una fattura pro forma da 22.500 euro via email al broker dando le coordinate per il bonifico. Ed è qui che si è inserito l’hacker utilizzando un’e-mail fasulla che imitava quella di uno degli amministratori dell’azienda e di una segretaria e inviando un proforma diverso, con l’indicazione dell’iban di un conto corrente intestato a un’azienda riportante il nome e il cognome dell’imputato, società per azioni. Circostanza questa che piuttosto insolita e bizzarra se davvero l’imputato è anche un “pirata” informatico.

Il broker non si è accorto che l’e-mail non era quella “ufficiale” e ha effettuato il bonifico. Dopo circa un mese ha ricontattato la Castoldi, non avendo più ricevuto alcuna informazione, nemmeno sul buon fine del bonifico, e l’azienda gli ha riferito di non aver mai ricevuto nemmeno mezzo euro. Dallo scambio di informazioni, spostatosi nel frattempo su WhatsApp, è emerso che le email ricevute dal broker non appartenevano a nessuno dei soggetti coinvolti, tanto meno l’iban comunicato per effettuare il bonifico dei 22.500 euro.

Poi la denuncia e le indagini, effettuate prima a Milano, poi passate alla procura distrettuale di Bologna e infine a Ferrara per competenza territoriale. Fino al processo con imputato il presunto hacker, difeso dall’avvocato Enrico Tassinari. Ieri in udienza il giudice Giuseppe Palasciano ha ascoltato un amministratore e un ex dipendente della Castoldi e un investigatore della squadra mobile. È emerso anche che lo stesso imputato è coinvolto in un’altra indagine nella quale risulta beneficiario di una somma frutto di hackeraggio accreditatagli da un mediatore per un contratto di realizzazione di un impianto fotovoltaico.  

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