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Da Poggio Renatico alla Normandia, il bersagliere commemora lo sbarco

Davide Bonesi
Da Poggio Renatico alla Normandia, il bersagliere commemora lo sbarco

Il poggese Lamberti dopo El Alamein voleva lanciarsi con il paracadute in Francia: «Purtroppo pioggia e vento me lo hanno impedito, ma è stata una bella avventura»

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Poggio Renatico Matteo Lamberti è un bersagliere, eppure da qualche tempo a questa parte si cimenta in lanci col paracadute, come fatto a El Alamein, unico bersagliere presente alla cerimonia commemorativa dello scorso anno. Purtroppo a causa del clima non è riuscito a ripetersi in Normandia, dove ha però vissuto comunque una bellissima esperienza, che ci racconta. «Non abbiamo fatto il lancio con il paracadute - ci dice Lamberti -. Siamo andati nel nostro piccolo pur non essendo pertinenza italiana come avvenuto a El Alamein, ma il tipo di salto con fune di vincolo (il paracadutista è “vincolato” da una fune che a un’estremità è attaccata all’aereo e all’altra al paracadute, ndr) mi concede per un anno di essere in attività. Così per approfittarne con altri ragazzi, eravamo tre, uno dal Canada, volevamo provare a fare questa esperienza, prima che non mi fosse più possibile, altrimenti dovrò fare un corso per poter aggiornare il permesso. Purtroppo il tempo era proibitivo, l’8 giugno si sono lanciati gli americani, ma io potevo solamente in altri tre giorni nei quali è piovuto tutto il tempo, non pensavo ci fosse un clima del genere, la massima 16 gradi. Alla fine ne abbiamo approfittato per fare del turismo commemorativo, siamo andati sulla spiaggia Arromanches, dove ci sono i pontoni di attracco dello sbarco. Mentre eravamo lì abbiamo visto la nebbiolina, poi di punto in bianco una caterva d’acqua... Lì l’incognita meteo c’è sempre, specie il forte vento, però abbiamo reso onore e omaggio a un momento importante della storia di tutti noi. Abbiamo visto il disegno con fiori e sassi e la frase “Ricordarsi e onorare”. Quando siamo stati a Utah Beach e siamo andati verso l’entroterra dove c’è il parapetto c’era la commemorazione: ci siamo sentiti in dovere di metterci in ginocchio mentre posavano i fiori e poi ci siamo messi sull’attenti all’inno americano e francese. È una cerimonia che si tiene tutti gli anni, l’impressione era di una festa degli anni ’50, solo che i mezzi e l’abbigliamento militare erano della Seconda Guerra Mondiale. Noi avevamo le divise degli americani del tempo, io quella dell’82esima, i due compagni quella della 101esima. È stato un bel momento e quando capivano che ero italiano ma parlavo in francese e ho spiegato che ero lì per ricordare e onorare, ci hanno detto “è tutto”... e mi è venuta la pelle d’oca. Sempre a Utah Beach c’era un reduce, mi ha guardato sorridendo, ha allungato la mano, glielo ho stretta con vigore, lui sorrideva e mi sono reso conto che mi stavo naturalmente inchinando a lui, con grande rispetto. Aveva tantissime medaglie al petto e non ha detto una parola, io solo “sono onorato”. A quel punto è uscito un gendarme dal museo vicino, mi ha presentato il collega che ha spiegato di avere il nonno bersagliere di Napoli e da lì abbiamo iniziati a parlare. Ci siamo sentiti accolti, nonostante la non pertinenza».
Quella di Lamberti è una storia particolare, 52enne con servizio militare nei Bersaglieri, senza l’intenzione di continuare, però tornato a casa dalla naja si è iscritto subito all’Anb, l’associazione dei bersaglieri e adesso è il vicepresidente a Copparo. «Ero interessato anche al brevetto da paracadutista, che ho preso nel 1994. Non era un periodo facile economicamente, i miei genitori erano anziani, così mi sono tirato su le maniche e ho iniziato a lavorare, prendendo la casa. El Alamein? L’anno scorso c’erano gli ultimi posti disponibili per lanci sulla postazione della Folgore a El Alamein, una battaglia epica per le persone della mia età. Mi sono detto “posso farlo”, c’era la possibilità di “ricondizionarsi” per poter fare il lancio, feci sei giorni di caserma per prepararmi. Per la Normandia mi sono preparato due mesi a casa, peccato non aver potuto fare il lancio, ma sono tornato gratificato... e con due chili di sabbia, è entrata dappertutto».