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Ferrara Summer Festival, i residenti: «Qui la vita è rovinata»

Francesco Gazzuola
Ferrara Summer Festival, i residenti: «Qui la vita è rovinata»

Gli abitanti di piazza Ariostea: «Petizione ed esposto in procura»

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Ferrara «Vorrei uscire da casa», «dobbiamo sbarrare le finestre», «il volume è insostenibile», «abbiamo tolto la piazza ai bimbi». Giorno di pausa dal Summer Festival quello di ieri - si riprende oggi ininterrottamente fino a domenica -, ma questa volta a farsi sentire ci sono loro, i residenti. Più di 50, sull’onda del gruppo Facebook "Insieme per piazza Ariostea libera", dove gli iscritti solo oltre 650. Nutrita anche la presenza dei politici: hanno parlato Sara Conforti e Davide Nanni (Pd) e Anna Zonari (La Comune) e tra il pubblico c’erano i consiglieri dem Anna Chiappini, Massimo Buriani, Enrico Segala e Matteo Proto; Denny Farinelli (Azione), Claudia Zamorani (Finalmente 2024) e la neo segretaria Pd Giada Zerbini. La richiesta è unanime, le storie tutte diverse: vivono il problema della distesa chiusa, della musica fino a tarda notte, dello spazio che non c’è più. Si sono raccolti sotto i portici di via Palestro, per poi spostarsi al Parco Massari, «perché Ariostea è occupata», c’è chi prova ad ironizzare.
«È partito da un passaparola e nel giro di pochi giorni siamo arrivati a 60 firme, ma adesso possono essere molte di più», dice Mariasilvia Accardo, l’amministratrice del gruppo, «che è nato come strumento utile per raccogliere tutte le istanze e sono emerse tante storie che raccontano situazioni di fragilità. E noi siamo qua per dar voce a tutte quelle persone che sono sole, magari malate, e non hanno la forza per farsi valere. Stiamo uniti per la nostra piazza, per la nostra quiete, per avere una vita normale, perché si possa circolare tra le strade senza avere la sensazione di essere sotto assedio. Non posso pensare che qualcuno con la maglietta "Ferrara Summer Festival" mi dica che non posso andare a casa. Ci dicono di sopportare». C’è chi ha mandato lettere, fatto esposti, scritto a sindaco, assessori ma «le risposte sono allucinanti». E poi ancora ad Arpae, carabinieri, Nas di Bologna. Le segnalazioni arrivano dagli abitanti di tutti i quartieri vicini: «Sono in via delle Erbe e devo tenere tutto chiuso - dice uno -. E non è solo la mobilità, punto comunque critico, ma incide anche sulla salute». Sono state fatte misurazioni e «registrati almeno 95 decibel quando la soglia è di 65». Cosa fare dunque ora? «Un esposto alla Procura così da prendere in mano il problema seriamente, perché non siamo in pochi, ma questo serve per il futuro. Adesso costituiamo un’associazione, facciamo una petizione e appendiamo striscioni, ognuno alle proprie finestre». Si lasciano così, i residenti. Con i primi passi per uscire dalla "zona rossa".