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Berco, niente accordo sul contratto. I sindacati: «Tornare al ministero»

Berco, niente accordo sul contratto. I sindacati: «Tornare al ministero»

Trattativa saltata: «Il risanamento scaricato sulle spalle dei lavoratori»

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Copparo Berco di nuovo in alto mare. Entro il 30 giugno doveva essere chiusa la trattativa per ridefinire il contratto aziendale, una delle condizioni chiave dell’accordo raggiunto ad aprile al ministero per il ritiro dei licenziamenti. Ma agli ultimi incontri con l’azienda di mercoledì e di ieri, le proposte sindacali sono state respinte, e la partita torna sul tavolo del ministero.

Gli ultimi, negativi sviluppi della vicenda sono stati resi noti dagli stessi sindacati provinciali dei metalmeccanici e dalle Rsu, che ora ritengono «indispensabile che il Mimit riconvochi le parti per favorire un vero processo di rinegoziazione economica, che non si limiti a una mera cancellazione mascherata degli istituti del contratto aziendale, ma che includa anche una visione strategica e prospettica per il futuro industriale di Berco». Un approccio ritenuto «fondamentale anche alla luce delle dichiarazioni aziendali che indicano come, nel prossimo triennio, Berco non raggiungerà il pareggio di bilancio, elemento che preoccupa profondamente il sindacato e i lavoratori circa la tenuta futura dell’azienda».

Una retromarcia inaspettata, considerato che, spiegano i sindacati «nell’incontro del 19 giugno le parti avevano condiviso una metodologia di sviluppo della rinegoziazione, concordando su quali istituti mantenere e quali invece congelare o rinegoziare. Era stata inoltre condivisa la volontà di sperimentare, in alcuni reparti dello stabilimento, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. A seguito di quell’incontro, l’azienda ha consegnato alla parte sindacale una proposta dettagliata, che esplicitava le azioni ritenute necessarie». I sindacati avevano condiviso la metodologia di base, con aumento graduale delle voci economiche nel triennio, avanzando alcune proposte di modifica. La situazione è invece precipitata tra mercoledì e ieri: le proposte sono state respinte e sono venute meno le condizioni per un accordo condiviso. «Siamo consapevoli dell’importanza della sostenibilità economica dell’azienda, ma riteniamo altrettanto fondamentale la sostenibilità economica dei salari», soprattutto dopo 200 uscite volontarie da Copparo e la messa in discussione del sito di Castelfranco Veneto con «un importante contenimento dei costi del lavoro. L’operazione di risanamento e l’aumento della competitività di Berco, in particolare nel mercato della ricambistica – concludono i sindacati – non possono essere scaricati esclusivamente sui lavoratori, attraverso riduzioni di occupazione e salari». l

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