«Una vita per la militanza». Ferrara, l'omaggio di FdI a Bignami
Intitolato il circolo di via Cassoli, presente il figlio Galeazzo
Ferrara Si è tenuta ieri in via Cassoli 50 la cerimonia di intitolazione del circolo di FdI a Marcello Bignami, storico esponente della destra bolognese. L’iniziativa ha richiamato nomi di spicco della destra locale e nazionale, a partire dal senatore Alberto Balboni, che ha aperto l’incontro ricordando «una vita di militanza vissuta con coerenza e visione, anche nei momenti in cui sembrava impossibile immaginare un futuro di governo per il centrodestra». «La prima volta che andammo al ballottaggio – ha raccontato Balboni – pensavo tra me: chissà se vivrò abbastanza da vedere una Ferrara guidata dal centrodestra». Bignami, scomparso nel 2006, è stato ricordato da tutti come «una guida quando non c’erano più certezze», un politico integerrimo, capace di attraversare stagioni difficili mantenendo saldo l’impegno verso ideali che, allora, non garantivano consensi ma solo ostinata dedizione.
Enfasi sul ruolo dell’attuale premier, Giorgia Meloni, descritta come «l’erede morale di quella generazione», colei che «ha ridato agli italiani l’orgoglio di essere tali» e restituito alla politica nazionale «una dignità troppo a lungo smarrita». Parole accolte da applausi convinti da parte del pubblico. L’intervento più personale e toccante è arrivato con la testimonianza di Galeazzo Bignami, figlio di Marcello, oggi anche lui protagonista della scena politica nazionale. Un intervento intimo, affettuoso, denso di ricordi familiari e pubblici: «Mio padre amava Ferrara, e amava la Spal. Ricordo ancora quando ci portava qui da Bologna per vedere le partite. Aveva un senso profondo del territorio, un legame sincero con le persone. Un uomo tutto d’un pezzo, severo ma giusto, capace di ascoltare e consigliare. E con Alberto, che considero quasi un figlio politico di mio padre, aveva un rapporto di stima reciproca, quasi paterno».
Galeazzo ha raccontato aneddoti familiari, come i compleanni passati in sezione e le cene dopo le riunioni politiche, tra cappellacci e ragù: «Non ho mai iniziato a fare politica. Ci sono nato dentro. La sede era il nostro secondo salotto». Non sono mancati momenti di leggerezza, come il ricordo delle serate a Bologna, dei viaggi, e di come il padre fosse “democratico nel senso più profondo: lasciava a tutti la libertà di sbagliare, anche se poi ti faceva capire che avevi sbagliato». L’incontro è proseguito con le testimonianze dei presenti, in particolare del senatore Balboni: «Con lui condividevamo non solo le idee, ma la fatica quotidiana della militanza. Marcello è stato il mio padre politico – ha aggiunto –, e se oggi siamo qui, lo dobbiamo anche a quella generazione che ha tenuto acceso il fuoco nei tempi bui». l
Corrado Magnoni
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