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Calore estremo, a Ferrara guasti alla rete elettrica e decine di famiglie isolate

Calore estremo, a Ferrara guasti alla rete elettrica e decine di famiglie isolate

Afflusso rilevante di pazienti al pronto soccorso di Cona

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Ferrara Non è entrata nel girone infernale delle 20 città italiane marchiate con il bollino rosso dell’emergenza caldo, ma Ferrara ha comunque riservato ieri un’altra giornata bollente, con un picco di temperature massime arrivato a sfiorare i 38 gradi, unito a un forte irraggiamento. Oggi, secondo le rilevazioni Arpae, le temperature massime si assesteranno sui 33 gradi (30 lungo la costa), ma per le piogge - si spera solo rinfrescanti - si dovrà attendere domani pomeriggio. Un caldo estremo che si riverbera anche sul pronto soccorso di Cona dove ieri alle 11 c’erano 28 pazienti in attesa e 58 in trattamento (alle 17.30 erano in totale 88), numeri su cui hanno inciso collassi per il caldo e malori dovuti a disidratazione.
A soffrire è anche la rete elettrica, con guasti dovuti al surriscaldamento dei cavi interrati. Dalla giornata di giovedì (tra la mattinata e la sera a partire dalle 20 e fino a ieri mattina una centinaio di utenze nella zona di via Pomposa sono rimaste senza corrente a causa di un doppio guasto che Enel ha provveduto a riparare, anche se la scia dei disagi si è estesa anche alle ore successive. «Oggi pomeriggio (ieri; ndr) ancora interruzioni senza avvisare nessuno – fanno sapere dall’azienda agricola Venere –. Abbiamo segnalato il guasto e ci hanno risposto che ci sono criticità in zona, ma la luce manca solo nell’area al km 6/8 di via Pomposa». Per chi si trova sprovvisto di impianto di condizionamento, la situazione è particolarmente critica, perché i climatizzatori risultano introvabili. E a ritrovarsi spiazzati e indifesi sono soprattutto gli anziani, come fanno sapere dalla Cna.
Teresa, operatrice di una nota ditta locale, descrive una scena straziante: «Si mettono a piangere e noi non sappiamo come gestire le innumerevoli richieste. A volte riusciamo a soddisfarli, ma di fronte alla marea di chiamate mi sento inerme». Manuele Marani, presidente degli impiantisti di Cna, conferma che le ditte autorizzate sono insufficienti a coprire la mole di richieste, soprattutto per le assistenze. Questo, spiega Marani, è dovuto anche alla natura stagionale del lavoro, concentrato in pochi mesi all’anno. «Serve una pianificazione manutentiva da parte di tutti», sottolinea. A peggiorare la situazione, i continui sbalzi elettrici, che aumentano i casi di rottura degli apparecchi di raffrescamento. Marani lancia un allarme sul futuro: «Sarà sempre peggio – avverte – Il cambio generazionale non c’è, i giovani non si appassionano a questo lavoro. Auspico che le scuole capiscano l’importanza di formare professionisti artigiani».
Nonostante l'aumento degli impianti fotovoltaici assicuri una sufficiente disponibilità di energia elettrica per alimentare i numerosi condizionatori accesi, il problema di fondo rimane sempre lo stesso: la mancanza di manodopera qualificata.

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