Lido Estensi, in 50 a sballarsi in spiaggia. Alcolici, cibo e vandalismi
Ancora una notte difficile per i titolari degli stabilimenti: «Sembrava una cosa fatta apposta. Una sorta di stupida provocazione»
Lido Estensi «Erano una cinquantina, tutti in spiaggia. Li abbiamo visti arrivare con bottiglie e roba da mangiare e abbiamo avvertito i carabinieri. Le nostre notti ormai sono queste e il giorno dopo contiamo i danni». Ancora una notte difficile sulla spiaggia del Lido Estensi: tra sabato e ieri si è replicato un copione già visto la sera prima, quella di venerdì, con lettini trascinati in mare e altri sepolti sotto la sabbia, ombrelloni spezzati e scagliati a terra, vetri di bottiglia sparsi ovunque e bidoni dell’immondizia rovesciati.
Non si è assistito a scene di violenza, ma dopo l’aggressione e le percosse subite sabato all’una di notte dal capobagnino-tuttofare del Bagno Astra e dal titolare del Bagno Vela, la rabbia e le preoccupazioni degli imprenditori della costa si accentuano. «Il tutto è partito questa volta dal mio Bagno -commenta Claudio Maccanti, titolare del Bagno Diamond del Lido Estensi-; questa volta i ragazzi, sicuramente tutti o quasi minorenni, sono arrivati alle 22.30 in spiaggia con casse piene di birra e altri alcolici. Sono prodotti che si trovano solo nei market a 80 centesimi o ad un euro a bottiglia e quindi possono esserseli procurati comprandoli in un negozio e non nei nostri Bagni. Noi vendiamo altri prodotti e non somministriamo, ma neppure vendiamo alcolici ai minori».
Visto lo spiegamento di bottiglie e il fare prepotente di sfida dei bulli, Maccanti decide di farsi coraggio, per uscire ed esortare, gridando, ai giovanissimi ad allontanarsi. Il monito, fortunatamente sortisce l’effetto sperato, ma il gruppo opta per lo spostamento tra i Bagni più vicini, Sol Levante, Astra e Prey. «Sembrava l’assetto di una spedizione punitiva -prosegue Federica Cavallari, titolare del bagno Sol Levante-; tutti con maglia e pantaloni neri. Erano una cinquantina e hanno cominciato, al buio, a lanciare sedie sui gazebi, a frantumare le lampadine, a rovesciare i bidoni dei rifiuti e più gli si gridava di smettere, più continuando provocandoci con aria di sfida. A quel punto ho avvisato i colleghi dei Bagni Venere e Miami».
Il raid è proseguito ancora una volta al Bagno Astra, dove altri ombrelloni sono stati spezzati, mentre a riprova della mancanza di rispetto verso il lavoro altrui, sono stati lasciati rifiuti e scarti di cibo ovunque. «Mio marito era già stato aggredito alcuni anni fa, solo per essersi recato a spegnere i faretti in spiaggia; ieri sera gli è andata bene, ma abbiamo paura e non riusciamo più a lavorare - puntualizza l’imprenditrice balneare -. Dopo una giornata di lavoro, arriva la notte insonne».
Due sono gli aspetti degni di accurate riflessioni, il primo riguarda la minore età dei ragazzini coinvolti negli episodi di teppismo, il secondo concerne, invece, la vendita di alcolici e superalcolici a ragazzini, ai quali, di norma non possono essere cedute, né in vendita, né per la somministrazione diretta, bevande alcoliche. Tra le soluzioni ventilate dagli operatori balneari spicca il posizionamento di varchi, per scoraggiare il fenomeno delle incursioni notturne. «Anche questa notte (quella tra sabato e domenica) -è lo sfogo di Roberta Bigoni, proprietaria del bagno Astra -, si sono verificati atti vandalici che hanno coinvolto il mio Bagno, il Sol Levante e il Prey. Come l’altra notte abbiamo chiamato i carabinieri e sono arrivate subito. Siamo sfiniti. Non possiamo dormire solo 4 ore per notte, dopo aver lavorato, a ritmi serrati, tutto il giorno. Chiediamo che il Comune introduca una sorveglianza, perché quella privata è insufficiente.
«Solo per inquadrare la dimensione del fenomeno, la notte tra venerdì e sabato, l’Istituto di vigilanza privata ingaggiato da alcuni Bagni, ha risvegliato nel sonno i proprietari di uno stabilimento per ben quattro volte. È previsto, infatti, da contratto, che l’Istituto, dopo aver riscontrato situazioni sospette o irruzioni, contatti il committente, come avvenuto nel caso del bagno Sol Levante. Un’altra criticità riguarda la franchigia pattuita con le compagnie assicurative. I danni vengono rifusi in minima parte e ci rimettiamo sempre».
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