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L’assemblea

Anche da Ferrara uniti per difendere lo spettacolo. Dal ministero un colpo mortale

Stefania Andreotti
Anche da Ferrara uniti per difendere lo spettacolo. Dal ministero un colpo mortale

Anche in città la protesta dei lavoratori per i nuovi criteri di finanziamento: la dimensione quantitativa peserà esattamente come la proposta artistica

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Ferrara Anche Ferrara, dal Consorzio Wunderkammer in via Darsena, in contemporanea con diverse città d’Italia, si è collegata ieri all’assemblea nazionale online delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo per protestare contro il declassamento da parte del Ministero della Cultura di diverse realtà artistiche, in particolare dell’Emilia-Romagna.

Le ragioni della protesta

Abbassare i punteggi di associazioni culturali, teatri, festival e compagnie di performer o addirittura escluderli dalle graduatorie – spiegano durante gli interventi – significa precludere loro l’accesso o la vincita di bandi pubblici, di fondamentale importanza per la loro sopravvivenza. Queste decisioni definite “politiche e intimidatorie” sono conseguenza della revisione da parte del Governo delle misure del Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo per accedere ai contributi del prossimo triennio. In estrema sintesi, per ottenere i finanziamenti, sono stati fissati criteri più legati ai numeri che alla qualità. La dimensione quantitativa pesa esattamente come la proposta artistica: chi ha pubblici contenuti e distribuzione limitata, viene svantaggiato rispetto a realtà con maggiore “massa”. Gli indicatori usano formule basate su: capacità di reperire risorse extra pubbliche, rapporto tra i ricavi di botteghino e i costi totali, costo del personale artistico e tecnico rispetto alle spese complessive, costo medio per spettatore e incassi medi per spettatore. Questo penalizza chi non ha accesso a grandi sponsor, non riesce a riempire le sale o ha costi elevati pro spettatore, perché magari ha voluto applicare prezzi popolari, facendosi carico di una parte della quota. Modifiche che sottendono una visione della cultura ben diversa da quella radicata in Emilia – Romagna, dove le realtà culturali sono presidi territoriali il cui valore sociale va oltre i numeri. Non sono solo fucine di talenti, laboratori di creatività, datori di lavoro, ma garanzie di sopravvivenza per luoghi e comunità che si sono strutturati attorno a quello. Un valore che non trova più spazio nella compilazione dei moduli ministeriali. «Non è solo un attacco alla cultura, è un enorme licenziamento di massa. Abbiamo ricevuto tanti tagli alla cultura in questi anni, ma quello che sta succedendo adesso è diverso: si colpisce a uno a uno, frammentando e dividendo» è stato l’allarme lanciato dall’attrice Ilenia Caleo dal Festival di Sant’Arcangelo, una realtà storica duramente colpita.

Le realtà ferraresi

Diverse le realtà ferraresi che ieri hanno invece dimostrato unità e partecipazione di fronte a queste scelte che rischiano di affossare chi non abbraccia la logica dei grandi eventi, per concentrarsi su attività più piccole, diffuse, condivise, permanenti e radicate. Proprio come il Consorzio Wunderkammer. «Diverse compagnie che Wunderkammer ha ospitato e ospiterà – ha spiegato il direttore Leonardo Delmonte – sono state ridimensionate e la prima istanza triennale presentata da Basso Profilo è stata rifiutata per pochi punti. Ma il problema è la fragilità sistemica, frutto di un lento processo, ma che questa recente decisione ministeriale ha svelato nella sua drammaticità».

«Le forme di spettacolo dal vivo sono per propria natura estremamente fragili, richiedono tempi e competenze non sempre facilmente quantificabili – è il commento di Giulio Costa, direttore artistico del teatro Ferrara Off – è per questo che i risultati del Fnsv hanno sorpreso tutti. È difficile comprendere l’esclusione di alcune realtà che svolgono da anni un lavoro eccezionale su scala nazionale (e non solo), così come la riduzione dei punteggi a progetti che ambiscono ad evolvere e crescere. Noi abbiamo avuto una riduzione esigua, ma non riusciamo a capire i criteri di questa diminuzione, specie su alcune voci sulle quali abbiamo incrementato azioni e obiettivi in linea con le richieste del Fnsv. Se da un lato, nel momento in cui si decide di partecipare, è inevitabile uniformarsi alle linee guida del decreto ministeriale (per quanto forse è proprio ciò che andrebbe realmente messo in discussione), dall’altro è difficile capire come proseguire se non risulta chiaro il metro di valutazione delle proposte».