Morì nell’incidente. Anche il padre del 15enne Lelli Ricci a processo
Cinque persone rinviate a giudizio per la morte del giovanissimo, che perse la vita in un incidente stradale a Corporeno. Per i funzionari della Provincia e i responsabili del cantiere c’è l’aggravante delle violazioni sulla sicurezza
Corporeno Cinque le persone che andranno a processo per la morte di Marco Lelli Ricci, il 15enne che la notte del 3 aprile 2022 perse la vita in un incidente stradale sulla via Nuova a Corporeno. L’auto guidata dal papà precipitò in una voragine lunga 15 metri e profonda 6 all’interno di un cantiere per lavori che la Provincia aveva affidato a una ditta esterna. Poco prima della tragedia una giovane automobilista era finita addosso ad alcune barriere del cantiere, facendole cadere, e non si era preoccupata né di rimetterle a posto né di far intervenire qualcuno per sistemarle. La ragazza ha patteggiato una pena di un anno e otto mesi, con sospensione della patente per due anni.
Per gli altri cinque imputati, tra cui il papà del quindicenne, il processo si aprirà a ottobre. La giudice Silvia Marini ha infatti accolto le richieste del pubblico ministero Ciro Alberto Savino e disposto il rinvio a giudizio anche per due funzionari della Provincia (il Rup, responsabile unico del procedimento e il coordinatore della sicurezza) e due addetti della ditta affidataria dei lavori.
Per tutti la contestazione è quella di omicidio colposo ma per i due funzionari della Provincia e i due responsabili del cantiere il giudice ha riconosciuto l’aggravante della violazione di norme sulla sicurezza dei lavoratori, come evidenziato dalle memorie degli avvocati diparte civile Dario Bolognesi e Valerio Galassetti che assistono la mamma, il fratello di Marco, e il papà della giovane vittima, chiamato al tempo stesso a rispondere della morte del figlio.
Marco Lelli Ricci era una promessa della pallacanestro, e dopo aver militato nella Virtus Under 15, giocava nella Granarolo Basket Village. Quel 3 aprile 2022 stava proprio tornando da una partita di basket, nella sua casa di Granarolo. L’automobile su cui il 15enne viaggiava con i genitori, una Nissan Qashqai, stava viaggiando a una velocità di 80 chilometri orari lungo la strada provinciale 6 quando era finita nello scavo del cantiere stradale aperto per la realizzazione di un ponte.
Secondo la procura furono diversi fattori che determinarono la tragedia, a cominciare dallo stesso cantiere considerato mal segnalato specialmente di notte. Ad abbassare il livello di sicurezza aveva contribuito l’abbattimento delle transenne avvenuto poco prima senza che le barriere venisse poi ripristinare. Infine, anche la velocità tenuta dall’auto su qui viaggiava la famiglia Lelli Ricci.
Sulla posizione del papà peraltro era stata sollevata davanti alla Corte Costituzionale la questione della “pena naturale”, ovvero la non procedibilità nei confronti di chi, per colpa, ha cagionato la morte di un prossimo congiunto e ha già patito una sofferenza considerata proporzionata al reato commesso. Questione che però la Corte non aveva accolto.