Le zanzare non danno tregua. Ai Lidi di Comacchio decolla il drone per trattamenti speciali
Le piogge peggiorano la situazione e non appena le temperature si sono alzate, la soglia di tolleranza è stata superata
Lidi Riflettori costantemente puntati sulle zanzare. Dopo il picco di infestazioni registrato la scorsa settimana, l’abbassamento delle temperature degli ultimi due giorni, unito alla forte ventilazione, ha ridimensionato i disagi, «ma continuiamo i trattamenti larvicidi sul territorio e la nostra opera di monitoraggio – assicura Dario Guidi, responsabile del centro di ecologia applicata Delta del Po, che è la base operativa del progetto “Interventi di lotta ai culicidi nelle località turistiche costiere inserite nell’area del Delta del Po”-; dalla settimana corrente abbiamo cominciato il servizio di comunicazione e di sensibilizzazione porta a porta, per contrastare la presenza della zanzara tigre. Forniamo informazioni e distribuiamo il kit larvicida. Proseguiremo l’attività sino a settembre, ma solo in quelle aree riscontrate come critiche, in seguito al monitoraggio del 2019/2020. Mi riferisco a quelle di Comacchio, Porto Garibaldi e San Giuseppe, Vaccolino e Volania, con maggiore potenziale di focolai, dove sono presenti orti o abitazioni con tanti giardini e piccoli tombini interni». Sarà portato a termine il servizio porta a porta svolto ai lidi, con l’interessamento dei lidi Pomposa e Volano. Proseguono, inoltre, i trattamenti periodici nelle caditoie pubbliche. È opportuno specificare che gli operatori del Cead saranno identificabili attraverso un apposito cartellino, chiederanno sempre il permesso ad accedere in cortili e giardini privati e non sono autorizzati a ricevere o a chiedere denaro.
È un lavoro di ricerca e di monitoraggio ultratrentennale quello condotto dal Cead di Comacchio sui culicidi, forte della collaborazione avviata nel 1991 con il noto entomologo Giorgio Celli e con il suo Centro Agricoltura-Ambiente di Crevalcore, un sodalizio che prosegue anche oggi. Come spiega Dario Guidi «le nostre zanzare si sviluppano dopo cicli di disseccamento e di allagamento delle aree naturali peri-urbane ed agricole. Quest’anno ci sono state precipitazioni tali che hanno dato origine ad allagamenti persistenti. Molte aree non si sono essiccate e spesso pioveva sul bagnato, per cui per un lungo periodo si sono viste poche zanzare in circolazione». Non appena le temperature hanno subito un’impennata, tra fine giugno ed i primi di luglio, ecco che è incrementata la presenza di zanzare e si è abbassata la soglia di tolleranza, come rilevato dal penultimo bollettino redatto dal Cead. «Siamo subito intervenuti con il drone, per incidere sull’insorgenza di nuovi focolai». Si tende ad associare l’infestazione di zanzare alla diffusione costante della zanzara tigre, ma il culicide tipico del Delta del Po è l’Aedes Caspius, che depone le uova, dopo aver colpito con il suo pungiglione, in mezzo al fango umido, «ma se l’area viene allagata – spiega Dario Guidi -, quelle uova schiudono e nascono le larve. Prendono la forma di capinere e completano il ciclo di sviluppo».
Gli accorgimenti da mettere in atto sono quelli più elementari, ossia evitare, nelle aree private, il ristagno di acqua. In base ai monitoraggio con trappole a base di anidride carbonica, a cadenza bi-settimanale, il Cead elabora il proprio piano di interventi. «Non si programmano azioni in modo preventivo – puntualizza Dario Guidi -, perché le sostanze chimiche contenute nei trattamenti adulticidi colpiscono indiscriminatamente tutti gli insetti. Si interviene solo in base all’effettivo bisogno con interventi notturni». Per meglio far conoscere, anche ai turisti, le modalità di intervento dei propri operatori, il Cead ha girato un video esplicativo, disponibile sul proprio canale You Tube. Prosegue negli uffici Iat di Comacchio e lidi, la distribuzione gratuita di kit larvicidi, riservati ai residenti, ma anche turisti