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Il processo

«Caso Bibbiano, era solo fumo. Chi ci ha marciato chieda scusa»

«Caso Bibbiano, era solo fumo. Chi ci ha marciato chieda scusa»

L’associazione ferrarese “Dammilamano” dopo la sentenza che ha smontato la vicenda: «Strumentalizzazione politica, non esisteva alcun “sistema di rapimenti” né “ladri di bambini”»

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Ferrara Il processo “Angeli e Demoni” sui fatti di Bibbiano si è concluso il 9 luglio scorso, a Reggio Emilia, con 11 assoluzioni e 3 condanne lievi, smontando uno dei casi più sordidi e inquietanti raccontati dalla cronaca negli ultimi anni. Lo scenario che prefigurava un sistema di affidi illeciti nella Val d’Enza si è sgretolato, pezzo dopo pezzo, durante la fase del dibattimento e alla fine sono rimaste le macerie sparse soprattutto dalla politica.

I danni sono pesanti e duraturi, come spiega l’associazione ferrareseDammilamano”. Il sodalizio da oltre 20 anni si occupa di affido, adozione e volontariato accogliente di minori e ieri è intervenuto sulla questione «prendendo atto della sentenza. Il Tribunale di Reggio Emilia ha infatti demolito l’impianto accusatorio che aveva alimentato per anni uno scandalo mediatico senza fondamento. Non esisteva alcun “sistema di rapimenti” né “ladri di bambini”. Eppure, questa vicenda è stata strumentalizzata politicamente da alcuni partiti con lo scopo di guadagnare consenso sulle spalle dei minori, delle famiglie e degli operatori sociali». Il risultato?, chiede retoricamente l’associazione: «Un danno gravissimo e silenzioso – la risposta – Ovunque si è registrato un calo di famiglie disponibili all’affido (nel nostro territorio circa 18% in meno) e si teme che il fenomeno si accentui con famiglie impaurite da una narrazione tossica che ha trasformato un gesto di solidarietà in un potenziale rischio». Gli effetti a cascata non possono essere archiviati perché quelle schegge infamanti ricadranno anche sul futuro. «Minori che potevano essere accolti in famiglie, oggi restano in comunità, privati del calore di una relazione educativa stabile – prosegue “Dammilamano” – Gli operatori e le operatrici dei servizi sociali, già pochi e sotto pressione, ora temono di intervenire anche nei casi più gravi, per il rischio di finire sotto attacco mediatico o politico». E guardando alla storia della vicenda, sottolinea Consiglio direttivo dell’associazione “Dammilamano”, ora «chi ha cavalcato questo caso per meri fini elettorali dovrebbe chiedere scusa al Paese. Ha infangato un intero sistema di tutela minorile e ha seminato il sospetto dove c’era cura, professionalità e dedizione». L’esito di queste considerazioni, evidenzia il sodalizio, è che «chiediamo un’assunzione di responsabilità chiara: che la politica restituisca dignità al lavoro dei servizi sociali; che si riporti al centro il superiore interesse dei minori; che si ricostruisca un clima di fiducia attorno all’affido e all’accoglienza familiare».

Adesso non resta che lavorare per ricostruire, per restituire serenità alle famiglie travolte da una vicenda strumentalizzata e senza fondamento, conclude l’associazione annunciando che «“Dammilamano” continuerà a sostenere le famiglie che accolgono i bambini che cercano amore e sicurezza, e tutti i professionisti che operano nel silenzio e nella dedizione, spesso senza tutele e sotto minaccia. Perché accogliere è un atto d’amore, non un crimine». 

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