Ferrara, assolto dall’accusa di aver toccato la nipote 12enne
Un quarantenne era imputato per aver toccato più volte la nipotina: palpeggiamenti di cui si è venuto a sapere durante una visita pediatrica. Per il giudice il fatto non sussiste
Ferrara È mancata qualcosa probabilmente, un certo grado di coerenza nel racconto, di capacità di collocazione degli eventi, quindi anche di verosimiglianza. Non si può, in queste condizioni, condannare nessuno, emergendo ben più di un ragionevole dubbio sulla fondatezza delle accuse.
È finito con un’assoluzione, perché «il fatto non sussiste», il processo celebrato in rito abbreviato nei confronti di un uomo quarantenne, accusato di avere, in più occasioni, palpeggiato la nipotina, anche nelle parti intime, quando questa aveva meno di quattordici anni. Una violenza sessuale pluriaggravata.
Il pubblico ministero Andrea Maggioni a marzo, aveva chiesto per l’uomo una pena molto alta: sei anni di reclusione, già scontati per la scelta del rito abbreviato (che prevede la riduzione di un terzo della pena). Ieri è toccato alla difesa dell’imputato prendere la parola e trovare, a conti fatti e visto l’esito del processo, ragione delle proprie argomentazioni.
«In attesa delle motivazioni siamo ovviamente molto contenti per la sentenza del Tribunale che, come da noi auspicato, ha ritenuto infondate le accuse della minore», afferma, a margine dell’udienza tenutasi ieri pomeriggio, l’avvocato Marcello Rambaldi che ha assistito l’imputato nel processo.
L’avvocato della famiglia della giovane, costituitasi parte civile, attenderà il deposito delle motivazioni, stabilito nel termine di 90 giorni, per decidere se impugnare o meno la sentenza del giudice dell’udienza preliminare Danilo Russo.
I fatti contestati, e ritenuti non sussistenti dal giudice, si sarebbero collocati nell’estate del 2022 e sarebbero avvenuti nella casa dell’uomo, dove la ragazza, dodicenne all’epoca, si recava per andare a trovare il cugino. In questo ambiente familiare, in più di una occasione, l’uomo avrebbe toccato la ragazzina. Per diverso tempo su quegli episodi sarebbe poi calato il silenzio. Fino a che non è stata accompagnata dal medico per una visita pediatrica. Qui ha raccontato cosa sarebbe accaduto a opera dello zio e da qui è partita la denuncia e poi l’indagine.
La ragazzina era stata sentita in fase di indagini in un incidente probatorio, quindi con un’anticipazione del contraddittorio processuale e la partecipazione del difensore dello zio, in modo da cristallizzare la sua testimonianza, nonché valutarne la credibilità.
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