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Il lutto

La ristorazione comacchiese piange il mitico Pantalone

Katia Romagnoli
La ristorazione comacchiese piange il mitico Pantalone

Antonio Gioacchino Pantalone ha gestito per anni Il Setaccio di Lido Estensi ed aveva aperto il Giò a Lido Spina. Si è spento a soli 64 anni. L’amico: «Una persona dal carattere gioviale e brillante»

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Lido Estensi Mondo della ristorazione del litorale comacchiese in lutto per la prematura, improvvisa scomparsa di Antonio Gioacchino Pantalone, stimato e conosciuto imprenditore locale, titolare del ristorante pizzeria Giò, in viale Leonardo da Vinci, al Lido Spina.

In tanti, fra turisti e residenti ricordano Pantalone per i suoi anni di gestione del rinomato ristorante Setaccio al Lido Estensi, di proprietà di Amilcare Tassinari. Ed è proprio Tassinari a tracciare un ricordo di Pantalone e della loro storica collaborazione. «Antonio ha lavorato per me per tanti anni, conducendo il Setaccio con successo. Ci siamo persi di vista negli ultimi tempi, ma lo ricorderò sempre come persona allegra, simpatica, che sapeva tenere su la compagnia, dal carattere gioviale e brillante». Sino a due giorni fa Pantalone ha continuato ad aggiornare, con tanti menù del giorno, il profilo social del ristorante “Giò”, che aveva rilevato dopo la scomparsa prematura del suo ex socio Marco Cavallari. Pantalone si è spento a soli 64 anni, probabilmente in seguito a un arresto cardiocircolatorio improvviso, ma è dall’autopsia disposta sul suo corpo che si attendono riscontri. La data del funerale, difatti, non è ancora stata fissata, mentre il corpo del conosciuto ristoratore è stata trasportata all’Istituto di medicina legale di Ferrara. Di origini campane, nativo del casertano, per l’esattezza, Pantalone era approdato ai Lidi ancora giovanissimo, subito dopo il servizio di leva e come precisa Amilcare Tassinari, storico titolare del ristorante “Aroldo” del Lido Spina, «la nostra collaborazione è cominciata alla fine degli anni Settanta. Era veramente una bella macchietta, un trascinatore. Ha cominciato a lavorare come cameriere, poi da lì, ha scalato tutti i gradini di una carriera importante».

Sulla costa comacchiese il giovane campano dal piglio deciso e gioviale, con tanta voglia di fare e di emergere, ha radicato amicizie e collaborazioni, arrivando, negli ultimi anni a gestire il ristorante-pizzeria Giò, dove, ogni giorno il menù, rendeva omaggio alla tradizione marinara e anche a quella campana. Curato e rinomato anche il reparto pizzeria, per richiamare un pubblico variegato che Pantalone cercava, con il suo savoir faire di fidelizzare sempre più. Vibrante anche il ricordo del docente di lettere e libraio, Leonardo Romani, storico organizzatore della rassegna letteraria estiva “Librandosi”. «Le nostre vite si incrociarono nel 1982, quando mia madre Annamaria, iniziò a frequentare Gioacchino Pantalone, per poi convolare con lui a nozze nel 1988. Abbiamo condiviso momenti di gioia – racconta Romani -, di crescita professionale ed abbiamo conosciuto anche l’amaro di una separazione, che ha lasciato cicatrici evidenti ancora oggi. Ma davanti a questa tragedia – aggiunge il docente di lettere e libraio -, preferisco concentrare il mio pensiero al desiderio di famiglia che all’epoca provavo assieme a lui. Conservo di Gioacchino due insegnamenti: l’altruismo e la voglia di lavorare». Pantalone, in virtù del suo doppio nome è ricordato da taluni con il primo, Antonio, e da altri con il secondo, Gioacchino, ma è soprattutto ricordato per la sua giovialità e per la vivacità mutuate dalla terra di origine. 

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