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Più sicuri insieme, i consigli antitruffa della Polizia di Stato

Alessandra Mura
Più sicuri insieme, i consigli antitruffa della Polizia di Stato

Il dirigente della Squadra mobile della Questura di Ferrara: «Crimine odioso che provoca anche danni emotivi»

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Ferrara Ben vestiti e curati, gentili e dalla parlantina sciolta. Ma comunque veri e propri criminali. I truffatori agiscono in strada, nelle case e da remoto con i raggiri online. Le loro vittime sono spesso persone anziane, ma non solo. Le tecniche e i copioni sono i più disparati, ma sempre di crimine si tratta. «E tra i più odiosi, perché al danno economico si aggiunge quello emotivo. Una ferita profonda per le vittime, che ingiustamente si sentono stupide e inadeguate», spiega il commissario capo Giuseppe Davide Farina, dirigente della Squadra mobile della Questura di Ferrara.

La Polizia di Stato ha deciso di avviare una campagna di informazione, “Più sicuri” insieme, attraverso i social e spot televisivi, nonché un pieghevole disponibile in tutte le sedi fisiche delle Questure e online, contenenti consigli utili per evitare di cadere nelle molteplici e fantasiose trappole dei truffatori. Perché se è vero che l’attività di repressione consente con sempre maggiore frequenza di risalire ai responsabili, l’obiettivo più importante resta quello della prevenzione «per evitare a monte i danni di un fenomeno che rappresenta anche un allarme dal punto di vista sociale», sottolinea ancora Farina. La prima regola, valida per ogni versione di truffa, è quella - nel dubbio - di chiamare il numero di emergenza unico 112, e di non agire mai spinti dall’emergenza, perché uno degli scopi dei malviventi è proprio quello di indurre il panico e impedire alla vittima di ragionare lucidamente e quindi difendersi.

Il truffatore si presenta sempre come una persona educata e inoffensiva, ma capace di comunicare e carismatica. Si tratta di professionisti che spesso si muovono in coppia e studiano attentamente la vittima prima di entrare in azione.

Se la truffa si svolge in strada il malintenzionato può avvicinarsi fingendo di essere un amico di un familiare che si trova in difficoltà per aver provocato un incidente o per altre ragioni. Per risultare più convincente fa parlare la vittima al telefono con un complice che si spaccia per il parente, riferendo particolari sulla sua vita. Carpita la fiducia, segue la richiesta di denaro. Altre volte l’approccio avviene all’uscita della banca o dell’ufficio postale da parte di un finto impiegato che, con la scusa di un presunto errore nell’emissione delle banconote, chiede alla vittima di contare i soldi, per poi distrarla e sottrarre il denaro. Infine, un classico raggiro per la strada è quello del (finto) danno allo specchietto retrovisore, con la proposta di accordarsi con un pagamento in contanti, senza coinvolgere l’assicurazione . In quel caso chiedere la redazione del Cid o l’intervento delle forze dell’ordine. I consigli si estendono a figli, nipoti e vicini di casa. A volte la miglior prevenzione è la cura, l’attenzione e l’ascolto.ù

L’inganno bussa anche alle porte di casa, sotto forma di finti incaricati dall’amministratore di condominio, di banche, enti e associazioni benefiche e anche forze di polizia. Possono chiedere di controllare pagamenti, bollette, contatori. Oppure di sottoscrivere abbonamenti o elargire offerte. Va ricordato che nessuno riscuote denaro porta a porta, e gli sconosciuti che si qualificano come sedicenti incaricati di qualsivoglia ente o istituzione non vanno fatti entrare in casa. E che durante tutti gli interventi manutentivi con addetti non conosciuti sarebbe bene essere assistiti da una persona di fiducia.

Infine, le truffe informatiche che puntano a carpire dati sensibili come password, pin e credenziali bancarie, ma quelli delle utenze domestiche presenti sui bollettini di pagamento. Tutte informazioni che saranno usate in modo fraudolento. Quindi occhio alle mail e a messaggi che chiedono questo tipo di informazioni e mai cliccare sui link che contengono. E per le segnalazioni c’è anche l’app YouPol, con cui si può interagire anche mantenendo l’anonimato. 

A.M.

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