Ferrara, la gara d’appalto per i rifiuti è certa: bocciata l’idea gestione diretta
Balboni in Commissione: «Una scelta politica ed economica»
Ferrara Di proroga in proroga, scorrono otto anni senza quasi rendersene conto. Adesso è tempo di mettere un timbro che sigilli una scelta. Si è parlato di rifiuti ieri pomeriggio nella 5ª Commissione consiliare, argomento che ha un peso enorme nella vita di una comunità. La richiesta, che passa con 8 sì e i no di Marzia Marchi (M5s) e Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo), è portare nel Consiglio comunale di lunedì il documento che ottenga il via libera per indire una gara d’appalto gestionale. Il compito spetterà poi ad Atersir (agenzia territoriale Emilia Romagna per i servizi idrici ed i rifiuti) sulla base di un capitolato in cui il Comune di Ferrara si cucirà addosso il “tessuto” migliore in termini di costi e qualità del servizio.
Si tratterebbe di un affidamento esterno, alternativo ad un percorso “in house” (gestione diretta dell’amministrazione) che risulterebbe – almeno in partenza – molto più costoso e tecnicamente complesso. Il periodo vacanziero ha inciso sulla Commissione con gran parte dei consiglieri attivi da remoto e non in presenza, iniziando dal presidente Luca Caprini. Dunque, un lungo cammino arriva all’approdo finale. Attraverso passaggi articolati. «Dobbiamo porre fine ad una proroga che dura da tempo», sottolinea Balboni. Dal 2017 per la precisione. «I tempi sono maturi per concludere», ribadisce il vicesindaco nonché assessore all’ambiente.
Un passaggio che ha indirizzato l’amministrazione è uno studio commissionato ad Unife (dipartimento Economia) e finanziato con 55.000 euro. Oltre 90 pagine di report consegnate agli assessori ed ai consiglieri: «Abbiamo organizzato varie commissioni, approfondito lo studio e seguito tutti i dibattiti – allarga l’orizzonte Balboni –; ora si va a gara, con l’affidamento ad Atersir. Non gestire “in house” la raccolta rifiuti spazzamento e igiene urbana è sì una scelta politica, ma anche economica. Parliamo di un’oscillazione economica che, qualora il Comune gestisse direttamente la raccolta, varierebbe tra i 13,5 ed 15,8 milioni di euro con finanziamenti e relativi interessi a lungo termine. Lo studio di Unife è vasto e completo: un vero e proprio piano industriale in miniatura. Ora ci sarà un bando da esperire che terrà conto di punteggi su criteri di quantità e qualità, aspetti premiali e miglioramenti dei servizi», conclude Balboni. Al momento, in proroga, il servizio è appaltato ad Hera ed è automatico pensare che la multiutility parteciperà al bando con ottime possibilità di essere competitiva. Non a caso Massimo Buriani (Pd), che ha compreso la scelta dell’esternalizzazione del servizio, alza però un sopracciglio: «Non siamo in una situazione di monopolio locale. Vanno valutati costi, qualità e modalità, vedi il porta a porta. La scelta “in house” mi sembrerebbe azzardata: al contempo auspichiamo ci sia una gara vera». Al riguardo specifica Alessio Stabellini, dirigente Servizio ambiente ed agricoltura del Comune: «Sarà gara aperta ed europea con procedura ad evidenza pubblica». Avversi, s’è detto, Marchi e Fiorentini che gradirebbero una gestione diretta del Comune: «Perché non investire direttamente milioni ora per risparmiare a lungo periodo?». Lunedì l’ultimo fondamentale passaggio in Consiglio.
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