Ferrara, dossieraggio su Anna Ferraresi. Indagato l’ex consigliere Vincenzi
Ipotesi accesso abusivo alla banche dati Inps, lui: «Lavorato con diligenza»
Ferrara Un tassello del caso “dossieraggio” nei confronti della ex consigliera comunale Anna Ferraresi e che già vede a processo un altro ex di palazzo Municipale, Nicola Lodi. Ed “ex” è anche la persona indagata dalla procura di Bologna (il fascicolo è sulla scrivania del pm Tommaso Pierini) per un presunto accesso abusivo alle banche dati dell’Inps e alla posizione di Ferraresi. Si tratta di Marco Vincenzi, già consigliere comunale a Ferrara, entrato in corso d’opera nella scorsa consiliatura con il gruppo Ferrara Cambia, e oggi assessore a Bondeno. Vincenzi, che è stato ispettore dell’Inps fino alla pensione (novembre 2024) e che dunque aveva in generale legittimo accesso alle banche dati dell’ente previdenziale, è indagato per una decina di accessi non giustificati (comunque da chiarire) effettuati tra marzo e giugno del 2020 alla posizione di Anna Ferraresi. La maggior parte risultano essere stati effettuati proprio a marzo, in un periodo che, all’interno di questa vicenda, è molto significativo perché è quello nel quale inizia a circolare il dossier relativo alla ex consigliera, che da mesi era entrata in rotta di collisione con l’ex vicesindaco e gran parte della maggioranza.
«Io non ho mai fatto alcun accesso abusivo alle banche dati – sostiene Vincenzi, interpellato da La Nuova –. Ho sempre svolto diligentemente il mio lavoro di ispettore dell’Inps». Il dossier, ormai il fatto è notorio, era relativo a un guaio avuto dalla Ferraresi, “pizzicata” dalla Polstrada di Altedo alla guida in stato di ebbrezza alcolica. Conteneva anche delle foto considerate problematiche. Era stato fatto circolare in Municipio tramite dei plichi anonimi e inviato anche alla datrice di lavoro che l’aveva assunta come collaboratrice domestica in quel periodo (siamo alle prime ondate della pandemia da Covid-19).
Il fascicolo a carico di Vincenzi è stato aperto però solo nel 2023, dopo la denuncia presentata dalla stessa Ferraresi sulla scorta di dichiarazioni rese nel 2021 da un’altra fuoriuscita dal gruppo Lega, Rossella Arquà, dopo la brutta vicenda delle lettere minatorie nei confronti di Lodi. È Arquà, infatti, sentita a sommarie informazioni testimoniali a novembre del 2021, a dire non solo che Lodi aveva in mano il dossier già da febbraio 2020, ma che in quello stesso periodo era intenzionato a scoprire se Ferraresi lavorasse in nero e per questo avrebbe usato i servigi proprio di Vincenzi, che aveva le possibilità tecniche di scoprire di più sul suo conto. I dati sugli accessi effettuati da Vincenzi, dimostrano quantomeno una concordanza temporale rispetto alle dichiarazioni della ex consigliera. In quel contesto Arquà rivela anche di aver effettuato alcuni appostamento con Lodi sia davanti al luogo di lavoro che davanti all’abitazione di Ferrara. E a proposito di quest’ultimo luogo, sempre dall’audizione di Arqua emerge un altro dettaglio che non ha sicuramente nulla di penalmente rilevante ma che, se realmente verificatosi, restituisce molto del clima avvelenato di quel tempo e del desiderio di vendetta contro la ex compagna di partito diventata nemica. Secondo Arquà, infatti, l’ex presidente del Consiglio comunale, Lorenzo Poltronieri, aveva scoperto che l’abitazione di Ferraresi era finita all’asta e si era detto interessato a comprarla per poi sbatterla fuori.
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