La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

Portomaggiore, morto a 30 anni: la denuncia

Davide Bonesi
Portomaggiore, morto a 30 anni: la denuncia

Ultimo saluto a Iannice: soffriva da tempo di una grave patologia. La famiglia accusa l’ospedale Sant’Orsola per averlo rimandato a casa dopo un malore

2 MINUTI DI LETTURA





Maiero Aveva solo 30 anni, purtroppo la gran parte di questi convissuti con una grave patologia. Nella notte di venerdì notte 27 giugno a Maiero, nell’abitazione di via Labriola dove abitava con la mamma e i fratello è deceduto Luca Iannice; avrebbe compiuto 31 anni il prossimo 18 agosto. E oggi, oltre un mese dopo, verrà dato l’ultimo saluto a questo giovane mancato prematuramente: il corteo funebre partirà alle 9.40 dalla camera mortuaria dell’ospedale di Argenta per il Duomo di Portomaggiore, dove alle 10 viene celebrata la santa messa. In suo ricordo i familiari invitano a non inviare fiori, ma opere di bene.
È passato più di un mese perché il pm di Bologna ha disposto l’autopsia sul corpo del 30enne. E la famiglia (oltre a madre e fratello anche il padre, manager che lavora a Londra) ha deciso di presentare denuncia, recandosi già l’indomani del decesso nella caserma della Compagnia dei carabinieri di Portomaggiore, oltre a rivolgersi a un’infortunistica. E attraverso la denuncia è stata ricostruita la storia clinica recente di Iannice, il quale aveva accusato forti dolori già prima del 27 giugno. Allora il personale del 118 giunto a Maiero aveva trasferito il ragazzo a Cona, dove fu subito sottoposto a controlli ed esami e capita la gravità della situazione fu vestito per essere operato d’urgenza, solo che si trattava di un tipo di intervento non fattibile a Cona. Perciò il 30enne fu portato al Sant’Orsola, dove già lo conoscevano ed era stato operato più volte per la sua problematica. Al Sant’Orsola è rimasto in terapia intensiva per una settimana, poi in reparto un’altra settimana quando i medici hanno deciso di dimetterlo, trovando l’opposizione di mamma e fratello. Così è rimasto all’ospedale un’altra settimana, poi rimandato a casa con intervento predisposto per la fine di luglio. Tornato a casa Iannice ha continuato a star male con dolori enormi e una terapia ritenuta insufficiente dalla famiglia insufficiente. E dopo pochi giorni la crisi che lo ha portato alla morte, avvenuta a casa. L’ambulanza quella notte fu chiamata alle 2, poi arrivò anche l’automedica con anestesista a bordo: il personale sanitario cercò per 45 minuti di rianimarlo ma inutilmente: Luca è stato dichiarato morto alle 3.
Un altro aspetto in cui la famiglia vuole vederci meglio è l’impossibilità in quei giorni di ricovero di parlare con il medico che lo aveva seguito e operato negli anni, ora in un altro reparto. Magari conoscendolo meglio avrebbe potuto decidere diversamente, ma oggi non resta che dare l’ultimo saluto a Luca.