Propaganda elettorale di Fabbri, la multa la paga il Comune di Ferrara
Il consigliere Fabio Anselmo all’attacco del sindaco: «Un danno erariale palese»
Ferrara La multa è indirizzata al Comune, dunque paga Pantalone, ovvero noi tutti. Poca roba in termini assoluti, ma sono le circostanze a fare la differenza: una multa per non aver rispettato l’ordine dell’Autorità per le comunicazioni in merito alla propaganda politica a favore di Alan Fabbri, sindaco al tempo candidato al bis, ospitata nella pagina dedicata alla comunicazione istituzionale del Comune (il portale CronacaComune). I rilievi erano, in particolare, per la campagna “Ci puoi contare”, il bilancio di fine mandato del sindaco.
Poca roba, si diceva: 10.329,14 euro, messi in pagamento già a ottobre dello scorso anno, a elezioni ampiamente concluse e che hanno visto il trionfo di Fabbri (anche lui in qualche modo richiamato dall’Autorità al rispetto della par condicio per l’uso della pagina Facebook istituzionale). Sulla vicenda era un po’ calato il silenzio, oggi la riprende l’avversario di allora, Fabio Anselmo, che di quell’uso scorretto dei canali pubblici si era per primo lamentato.
«Mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa – commenta l’avvocato e consigliere comunale di minoranza –. Nel 2024, quando ero candidato sindaco di Ferrara e rivale del leghista Alan Fabbri, avevo più volte denunciato un fatto grave: l’uso illecito dei canali istituzionali del Comune per fare propaganda elettorale. La legge è chiara: in campagna elettorale, i canali di comunicazione, quelli che vengono pagati con i soldi pubblici da tutti i cittadini (e non solo da quelli del tuo schieramento) devono essere usati solo per comunicazioni strettamente istituzionali. Fabbri ha violato quella norma. L’ha violata apertamente. L’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) intervenne, intimando al sindaco e al Comune di rimuovere i contenuti pubblicati illegalmente. Ma loro non lo fecero tempestivamente. Risultato? Una multa di 10.329 euro. Una sanzione pagata… non da Fabbri, non dai suoi collaboratori, ma da tutti noi cittadini, con i soldi dell’Amministrazione Comunale. Un danno erariale, palese, provocato dalla scelta consapevole di fare propaganda violando le regole. Una multa che si sarebbe potuta evitare. Ma in nome di “dieci minuti di visibilità elettorale” – conclude Anselmo – si è preferito piegare le istituzioni all’interesse personale. E ora non resta che pagare». Già fatto, un pochino tutti quanti.
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