Ferrara, aziende ancora in difficoltà: cresce la cassa integrazione
Il territorio ferrarese ha fatto segnare un +37,7% nel primo semestre 2025. A soffrire maggiormente sono i settori della meccanica e della metallurgia
Ferrara Se per molti lavoratori resta uno dei brutti ricordi legati alla pandemia, per altri la cassa integrazione è una realtà con la quale dover fare i conti ancora oggi. Le sofferenze di varie realtà industriali, soprattutto nel settore meccanico, hanno fatto impennare il ricorso agli ammortizzatori sociali. Secondo i dati Inps diffusi dalla Cgil nei primi sei mesi del 2025 in Emilia-Romagna sono state autorizzate 33,8 milioni di ore di Cig (Cigo – Cigs – Cigd), in aumento del 20,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 e del 102% rispetto al 2023.
Si conferma nel 2025 un trend di crescita rispetto ai dati, già molto elevati, registrati nel 2024: nei primi sei mesi dell’anno in Emilia-Romagna sono già state autorizzate più ore di cassa integrazione che nell’intero 2022.
A livello nazionale sono state autorizzate 305,5 milioni di ore di cassa integrazione, in aumento del 21,8% rispetto allo stesso periodo del 2024.
«Non si ferma – commenta Massimo Bussandri, segretario generale Cgil Emilia Romagna – la corsa della cassa integrazione. Il campanello d’allarme per il Governo dovrebbe essere già suonato, ma si continua a fare finta di niente: a livello nazionale negli ultimi negli ultimi 28 mesi abbiamo registrato 27 mesi di calo della produzione industriale. L’ultimo rapporto Istat riferisce a maggio di un calo della produzione industriale dello 0,7% rispetto ad aprile».
Salta inoltre all’occhio come la provincia di Ferrara, nel primo semestre del 2025, sia la quarta in regione per impiego di cassa integrazione con 3.221.098 ore.
L’aumento tocca il +37,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2.338. 422 ore). Il “podio” è composto da realtà regionali che hanno tutt’altra caratura dal punto di vista manifatturiero: Bologna (7.781.026 ore, +15%), Modena (7.652.108 ore, +44,5%) e Reggio Emilia (6.197.208, +15,1%).
L’indagine della Cisl scende anche nei dettagli produttivi dei vari settori ed il relativo ricorso alla cassa integrazione. Il settore calzaturiero ha fatto registrare un +32% di ricorso alla Cig rispetto al 2024 (e un +822% rispetto al 2023), la meccanica è il settore più colpito con oltre 22 milioni di ore ed un +31% nei confronti dell’anno scorso e la lavorazione dei minerali non metalliferi ha fatto registrare un +21%.
Laddove invece c’è stata una diminuzione della Cig sono stati i settori del legno (-10%), della chimica e materie plastiche (-15%) e dell’industria alimentare (-10%).
A commentare la situazione nel Ferrarese è il presidente dell’Ires (Istituto Ricerche Economiche Sociali) Emilia-Romagna Giuliano Guietti: «Dal nostro osservatorio rileviamo un aumento in linea con le medie regionali. Nel territorio ferrarese la cassa integrazione è concentrata soprattutto sul settore meccanico anche a causa delle note vicende legate alla Berco. Un aumento della Cig ordinaria è stata rilevata anche nei settori del meccanico e del tessile. È un periodo difficile nel quale la manifattura sta affrontando una fase critica. Basti vedere anche altre Province come Modena e Reggio Emilia dove la situazione è anche peggiore, Ferrara non ha un tessuto così industrializzato quindi l’impatto anche in termini di cassa integrazione rispetto a queste realtà».
Guietti poi scende nel dettaglio: «Nel 2025 in provincia di Ferrara il settore meccanico ha visto un aumento di cassa integrazione del 41,8% superando abbondantemente le due milioni di ore. Il settore metallurgico ha quasi raddoppiato il ricorso alla Cig passando da 89mila a 175mila ore ed anche nel tessile l’incremento è stato consistente: da 11mila ore si è arrivati a 94mila».
«Tutto questo – conclude Guietti – senza tener conto di quelle che saranno poi le conseguente dei dazi imposti dagli Stati Uniti, molte aziende infatti si basano sull’export». Una situazione ancora tutta in divenire quindi, dove a rimetterci sono il futuro e la serenità professionale di lavoratori e famiglie.
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Andrea Mainardi
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