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Prove Invalsi, l’Emilia Romagna arranca: in matematica e italiano meno competenze

Stefania Andreotti
Prove Invalsi, l’Emilia Romagna arranca: in matematica e italiano meno competenze

La differenza tra bravi e fragili alle medie è sempre più ampia. Ma i test non sempre piacciono

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Ferrara In estate, quando per gli studenti le prove si sono ormai concluse, arriva la valutazione dell’intero sistema scolastico italiano, con gli esiti dei test Invalsi. Le prove Invalsi, acronimo di Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, sono test standardizzati somministrati durante il periodo scolastico a tutti gli studenti italiani in specifiche classi, per valutare i livelli di apprendimento in alcune materie chiave. Queste prove, introdotte dal 2007, non sono esami tradizionali, ma strumenti che dovrebbero monitorare la qualità del sistema educativo.

Come funzionano
La rilevazione 2025 ha coinvolto tutti gli allievi e le allieve delle classi II e V di scuola primaria, delle classi III della scuola secondaria di primo grado, delle classi e dell’ultimo anno di scuola secondaria di secondo grado, con una partecipazione alle prove tale da garantire la rappresentatività delle rilevazioni sia per le classi campione sia per quelle non-campione. I partecipanti, in tutto oltre 2 milioni e 500 mila, hanno sostenuto una prova di italiano e una di matematica, gli ultimi anni di ogni ordine hanno svolto esercizi di ascolto e lettura di inglese, e per la prima volta a classi campione di II secondaria di secondo grado, c’ è stata una prova sulle competenze digitali.
I risultati
Stando al rapporto, «il contesto italiano sta affrontando un cambiamento strutturale della popolazione scolastica, frutto delle trasformazioni demografiche e culturali in corso nella società. Questo cambiamento ha un impatto diretto sia sulla composizione della popolazione studentesca, sempre più eterogenea, sia sugli esiti medi delle prove Invalsi, in particolare nei gradi scolastici iniziali». All’ultimo anno delle primarie in italiano circa il 75% (dato uguale al 2024) raggiunge almeno il livello base, in matematica circa il 66% (era il 68% nel 2024). Anche i risultati di inglese sono leggermente più bassi o stabili rispetto al passato. Così pure alla secondaria di primo grado, dove i risultati di italiano e matematica sono sostanzialmente stabili, mentre gli esiti di inglese sono migliorati. All’ultimo anno delle superiori, in italiano il 52% degli studenti (erano il 56% nel 2024) raggiunge almeno il livello base, in matematica il 49% (erano il 52% nel 2024), in inglese in calo la percentuale degli studenti raggiunge i traguardi, il 55%. Ottimi invece i risultati sulle competenze digitali, con una percentuale media di raggiungimento del livello adeguato superiore all’87%. Sempre secondo il report Invalsi, «l’allargamento dell’accesso comporta anche l’ingresso nel sistema scolastico di studenti con livelli di partenza più fragili, rendendo la popolazione scolastica globalmente più complessa». Allo stesso tempo però viene messo in evidenza che «sempre meno giovani lasciano la scuola anzitempo», la dispersione scolastica è infatti scesa al 9,8%.

Emilia-Romagna
I dati regionali tendono ad essere in linea con quelli nazionali nei primi anni di studi, per poi alzarsi sopra la media avanzando nei cicli scolastici, anche se la nostra regione non raggiunge mai livelli di eccellenza. Per esempio, all’ultimo anno della primaria il totale delle prove di italiano in regione raggiunge 194,7 punti a fronte dei 195,5 italiani, lontano dai 208,8 delle Marche. In matematica il punteggio scende ulteriormente a 191,1, ma parallelamente a quello generale che è di 191,4. Si migliora all’ultimo anno delle superiori: in italiano e matematica studenti e studentesse che raggiungono i traguardi previsti sono il 58%. Il 61% dei nostri maturandi se la cava bene con la lettura dell’inglese, peggio con l’ascolto, che scende al 55%. L’analisi Si può considerare l’esito osservato in una prova Invalsi come effetto di diversi fattori. Dall’analisi emerge che la scuola italiana - e la situazione regionale non fa eccezione - si trova in una situazione ambivalente: riesce a trattenere più studenti fino al diploma, ma non sempre garantisce loro una preparazione adeguata. Le carenze in italiano e matematica sono significative, soprattutto al Sud, e il divario territoriale è ancora presente. Solo l’inglese e le competenze digitali offrono qualche spiraglio positivo.