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Salva una 17enne dopo l’incidente: l’eroina è una studentessa Unife

Daniele Oppo
Salva una 17enne dopo l’incidente: l’eroina è una studentessa Unife

Asia Salvagno, 22 anni, studia Infermieristica nella sede di Adria

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Ferrara «C’è stato un momento in cui ho pensato che non ero in turno con l’infermiera che mi assisteva durante il tirocinio, che non avevo i presidi adeguati. Però mi sentivo abbastanza sicura, riuscivo a capire cosa dovevo fare, mi è venuto spontaneo». Asia Salvagno ha 22 anni, è al terzo anni di Infermieristica, corso di laurea dell’Università di Ferrara, che segue nella sede di Adria, in provincia di Rovigo. È a un passo dalla laurea. Le nozioni imparate durante lo studio e il tirocinio sul campo l’hanno trasformata già in un’eroina, facendola finire su tutte le pagine dei giornali veneti e non solo: anche il Fatto Quotidiano le ha dedicato un articolo.
La mattina di sabato scorso ha contribuito a salvare la vita a una ragazza di 17 anni, rimasta coinvolta in un incidente stradale mentre viaggiava su una moto. Il fatto è avvenuto a Ca’ Lino, territorio di Chioggia, dove la studentessa Unife abita. Proprio davanti a casa sua.
«Erano circa le 9.50 – racconta Salvagno –. Mi ha chiamata il compagno di mia madre che era uscito a buttare la spazzatura e ha visto la ragazza a terra». Subito la 22enne si è fiondata in strada, ha osservato la situazione e si è data da fare con prontezza. «Ho notato che aveva una lesione importante alla gamba destra, una lacerazione profonda e che sanguinava – racconta – e ho provato a fermarla. All’inizio ho usato un lenzuolo che mi hanno dato ma andava continuamente risistemato. Poi un signore mi ha passato la sua cintura e con quella ho fermato il sanguinamento». Non si è limitata a questo: «Ho cercato di tenere fermo il capo, il bacino e la schiena della ragazza, nel frattempo le parlavo, le ho chiesto come si chiamava, ho valutato le pupille come mi è stato insegnato, la sensibilità agli arti inferiori e superiori, ho cercato di starle vicina e tranquillizzarla anche perché a un certo punto iniziava a rendersi conto e ad avere paura. Mi sono seduta vicino e le ho fatto delle domande, nel frattempo le misuravo i battiti tenendole la mano. Poi è arrivata l’ambulanza e ho spiegato rapidamente all’infermiere cosa fosse successo e cosa avevo fatto nel frattempo».
Una prontezza e un’abilità di intervento che le sono valse i complimenti pubblici dell’azienda sanitaria polesana «per il suo straordinario gesto e per aver dimostrato come i valori della cura, del rispetto per la vita e della solidarietà siano ben vivi nelle nuove generazioni», nonché di Sara Gasparetto, direttrice delle attività didattiche del Corso di laurea in Infermieristica: «Asia rappresenta un esempio positivo di come la nostra formazione possa fare la differenza nella vita delle persone, e la sua azione è un motivo di orgoglio per la nostra comunità accademica». E la ragazza, umile e poco propensa ai riflettori, ringrazia a sua volta «per la preparazione» che viene data. E che salva le vite
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