Salva una 17enne dopo l’incidente: l’eroina è una studentessa Unife
Asia Salvagno, 22 anni, studia Infermieristica nella sede di Adria
Ferrara «C’è stato un momento in cui ho pensato che non ero in turno con l’infermiera che mi assisteva durante il tirocinio, che non avevo i presidi adeguati. Però mi sentivo abbastanza sicura, riuscivo a capire cosa dovevo fare, mi è venuto spontaneo». Asia Salvagno ha 22 anni, è al terzo anni di Infermieristica, corso di laurea dell’Università di Ferrara, che segue nella sede di Adria, in provincia di Rovigo. È a un passo dalla laurea. Le nozioni imparate durante lo studio e il tirocinio sul campo l’hanno trasformata già in un’eroina, facendola finire su tutte le pagine dei giornali veneti e non solo: anche il Fatto Quotidiano le ha dedicato un articolo.
La mattina di sabato scorso ha contribuito a salvare la vita a una ragazza di 17 anni, rimasta coinvolta in un incidente stradale mentre viaggiava su una moto. Il fatto è avvenuto a Ca’ Lino, territorio di Chioggia, dove la studentessa Unife abita. Proprio davanti a casa sua.
«Erano circa le 9.50 – racconta Salvagno –. Mi ha chiamata il compagno di mia madre che era uscito a buttare la spazzatura e ha visto la ragazza a terra». Subito la 22enne si è fiondata in strada, ha osservato la situazione e si è data da fare con prontezza. «Ho notato che aveva una lesione importante alla gamba destra, una lacerazione profonda e che sanguinava – racconta – e ho provato a fermarla. All’inizio ho usato un lenzuolo che mi hanno dato ma andava continuamente risistemato. Poi un signore mi ha passato la sua cintura e con quella ho fermato il sanguinamento». Non si è limitata a questo: «Ho cercato di tenere fermo il capo, il bacino e la schiena della ragazza, nel frattempo le parlavo, le ho chiesto come si chiamava, ho valutato le pupille come mi è stato insegnato, la sensibilità agli arti inferiori e superiori, ho cercato di starle vicina e tranquillizzarla anche perché a un certo punto iniziava a rendersi conto e ad avere paura. Mi sono seduta vicino e le ho fatto delle domande, nel frattempo le misuravo i battiti tenendole la mano. Poi è arrivata l’ambulanza e ho spiegato rapidamente all’infermiere cosa fosse successo e cosa avevo fatto nel frattempo».
Una prontezza e un’abilità di intervento che le sono valse i complimenti pubblici dell’azienda sanitaria polesana «per il suo straordinario gesto e per aver dimostrato come i valori della cura, del rispetto per la vita e della solidarietà siano ben vivi nelle nuove generazioni», nonché di Sara Gasparetto, direttrice delle attività didattiche del Corso di laurea in Infermieristica: «Asia rappresenta un esempio positivo di come la nostra formazione possa fare la differenza nella vita delle persone, e la sua azione è un motivo di orgoglio per la nostra comunità accademica». E la ragazza, umile e poco propensa ai riflettori, ringrazia a sua volta «per la preparazione» che viene data. E che salva le vite.
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