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Emil Banca “recupera” filiali e vuole riempirle di servizi

Stefano Ciervo
Emil Banca “recupera” filiali e vuole riempirle di servizi

Studio con Unibo per colmare i vuoti extra-bancari nelle Aree interne. Restyling a Portomaggiore e nuove aperture: già decise a Modena e Parma

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Ferrara Nuove aperture di filiali, lavori di ammodernamento per quelle aperte da tempo e, sullo sfondo, un progetto per “riempire” gli sportelli delle aree interne di servizi extra bancari. È su questi filoni che si muove la strategia territoriale di Emil Banca, l’indomani di una semestrale chiusa «molto positivamente» e della diffusione dei dati sulla “desertificazione” degli sportelli. «In un periodo in cui le grandi banche tendono a chiudere gli sportelli fisici abbandonando comunità e territori, Emil Banca va controcorrente mettendo in calendario l’apertura di due nuove filiali» è il punto di partenza della strategia dell’istituto di credito cooperativo che ha cinque presenze sul territorio (due a Ferrara, poi Portomaggiore, Ostellato e Argenta). Nello specifico, le aperture già in calendario saranno in provincia di Parma e nel Modenese, ma dall’anno prossimo si aprono prospettive anche per il Ferrarese. A Portomaggiore, peraltro, la banca ha di recente ristrutturato la sua filiale storica, come a Ponte Ronca e San Marino di Bentivoglio, nel Bolognese.

Si sta poi entrando nei particolari del progetto aree interne, che comprende i comuni di montagna e quelli di pianura inclusa come gran parte del Medio e Basso Ferrarese: l’idea è di trasformare quelle filiali in «contenitori di servizi non bancari» non più presenti in paese: lo studio è in fase di realizzazione assieme all’università di Bologna. «Per una Bcc avere una presenza sul territorio è strategico - ha spiegato il presidente Gian Luca Galletti - Per noi il presidio fisico non è soltanto una questione operativa: è l’espressione concreta di un modo di fare banca basato sulle relazioni, sull’ascolto, sulla fiducia reciproca Un modo di fare banca che ha dimostrato negli anni di essere motore dello sviluppo dell’economia reale e partner affidabile di famiglie e comunità. In un momento in cui l’utile è in contrazione noi investiamo sulle nuove filiali e sulle persone».

I numeri, appunto. Al 30 giugno la raccolta totale ammontava a oltre 7,5 miliardi di euro, segnando un +5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Sono in tenuta anche gli impieghi, che sfiorano i 4 miliardi (+1,4% rispetto al giugno 2024). Il prodotto bancario lordo, che misura la dimensione complessiva della banca mettendo assieme una serie d’indicatori, supera in questa maniera gli 11,5 miliardi di euro, con un aumento di circa 400 milioni (+4,1%) sulla semestrale dell’anno scorso. «Per effetto della continua riduzione del costo del denaro e delle politiche della banca che hanno sensibilimente ridotto il margine d’interesse», precisa la nota, l’utile di esercizio si riduce rispetto alla precedente semestrale ma resta «ampiamente» sopra i 20 milioni. «Per aiutare imprese e famiglie abbiamo abbassato i tassi su mutui e finanziamenti, e ritoccato in maniera ridotta quelli sulla raccolta - ha commentato il direttore generale Matteo Passini - Per questo, oltre che per effetto della diminuzione del costo del denaro voluto dalla Bce, il nostro margine d’interesse si è ridotto andando ad incidere così sull’utile che resta però su livelli di assoluta eccellenza». 

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