Ai Lidi nessun aumento in spiaggia, ma le famiglie non hanno più soldi
Dal Cesb: «Listini fermi da anni, però il mese in villeggiatura è un miraggio»
Lidi I prezzi degli ombrelloni sui Lidi di Comacchio non sono aumentati. È la gente che non ha più soldi. I lettini vuoti, i bar con i tavolini liberi e persino i parcheggi facili da trovare raccontano una sola cosa: le vacanze, anche quelle di un solo fine settimana, sono diventate un lusso. Per anni, forse, abbiamo pensato di poter viaggiare al di sopra delle nostre reali possibilità, credendo di poter risolvere tutto con rate che adesso ci troviamo a pagare, in tutti i sensi. Perché il costo della vita è arrivato alle stelle, ma gli stipendi sono rimasti sempre uguali.
«Non ritocchiamo i listini da sette anni – spiega Luana Guietti della cooperativa stabilimenti balneari di Estensi e Spina -. Il costo consigliato è di 15 euro per un ombrellone e un lettino, che sale a 20-24 con due lettini. Ripeto, consigliato, questo significa che c’è anche chi applica tariffe più basse». In effetti per un mese il prezzo è di 300 euro, che diventano 500 per tutta la stagione.
C’è da dire che i Lidi di Comacchio vivono da sempre una realtà molto particolare. In generale a riempire le spiagge sono i proprietari di seconde case che prendono ombrellone e lettino da giugno a settembre, «ma in spiaggia realmente ci stanno poi nel weekend – vanno avanti dal Cesb -. Ecco perché dal lunedì al giovedì effettivamente sembra tutto più vuoto». Ma c’è un ma. «Quest’anno mentre il mese di giugno è andato tutto sommato bene, luglio è stato difficile, molto difficile. Un po’ per le previsioni meteo che hanno scoraggiato chiunque a mettersi in moto dalle città verso il mare e un po’ perché effettivamente i soldi non ci sono. Nessuno può più permettersi un mese intero in villeggiatura, le fabbriche non chiudono ormai quasi più ed anche nella grande distribuzione si chiede un impegno costante a fronte di tagli di personale». I campeggi, invece, vanno molto bene perché ospitano quasi esclusivamente stranieri (da qui i dati decisamente buoni per il turismo) che le vacanze in Italia, a quanto pare, possono permettersele. «In questi giorni i costi dei Bagni sono nel mirino delle associazioni consumatori «ma da noi in effetti nulla è cambiato – va avanti Guietti -. Basta uscire dai confini di Comacchio per avere prezzi decisamente più alti. Quindi diciamolo chiaramente: il problema è molto, molto più grave». «Ogni estate scoppia la polemica sugli ombrelloni in prima fila: “Prezzi folli”, “vacanze per ricchi”…Ma poi arriva l’inverno e nessuno dice nulla quando si spendono oltre 60 euro solo per uno skipass - la riflessione del consigliere comunale Marco Fabbri -. E senza contare parcheggio (non 4€ al giorno come a Comacchio), noleggio attrezzatura o sci di proprietà (che costano più di una settimana al mare). Che sia ombrellone o skypass, il problema non è il prezzo del servizio. Il vero problema è che non ce li possiamo più permettere, perché gli stipendi sono troppo bassi e le tasse troppo alte, soprattutto per chi lavora e crea impresa».
Per Fabbri «facile prendersela con chi vende. Più scomodo guardare come siamo messi noi che compriamo. Finché non cambiano le condizioni strutturali, anche un lettino in terza fila o una sciata domenicale sembreranno lussi da privilegiati». «Questa estate è lo specchio di una società che fa fatica ad andare avanti - conclude Guietti -. Prima la fascia media, che è poi quella più numerosa, stava bene. Siamo passati dal mese al mare alle due settimane, poi una e adesso un weekend». Secondo l’Istat, la spesa media mensile delle famiglie italiane nel 2023 è stata di 2.738 euro. Di due stipendi non resta più nulla.