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Temperature elevate

Ferrara, i centri commerciali sono un rifugio contro il caldo estremo

Ferrara, i centri commerciali sono un rifugio contro il caldo estremo

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FerraraAllerta condizioni meteo estreme”. La scritta rossa apparsa da ieri in diversi portali delle previsioni del tempo non lascia spazio a interpretazioni: Ferrara è e sarà ancora per qualche giorno una delle città più calde, con picchi fino a 39 gradi (ieri 38,4° a Quartesana alle 16).

Bisogna dunque in qualche modo difendersi e l’estate non è uguale per tutti. Ci sono persone che non hanno aria condizionata e nemmeno ventilatori. Persone che passano le loro giornate all’interno dei centri commerciali o nelle sale d’attesa delle Case di Comunità ma anche persone che vivono per strada, sopportando le ondate di calore con grosse difficoltà. Ovviamente le alte temperature rappresentano un grave pericolo per coloro che sono più vulnerabili ai colpi di calore, alla disidratazione e ad altre malattie legate al caldo a causa della mancanza di un riparo adeguato. Non solo, nella settimana di Ferragosto tante strutture d’accoglienza restano chiuse perché trovare volontari è sempre più difficile, così come anche la gestione.
 

Anziani e bambini Le case diventano dei forni, in particolar modo i condomini e gli appartamenti in città. Va meglio nelle zone residenziali dove gli alberi aiutano comunque a trovare un po’ di sollievo. Impossibile stare negli appartamenti e gli unici posti aperti tutto il giorno che offrono possibilità anche di sedersi e leggere qualcosa sono i centri commerciali. In particolar modo al Castello in un’area ormai da tempo sono state posizionate sedie davanti a un maxi schermo e c’è chi ci passa anche tutta la giornata. Persone anziane, in prevalenza, ma anche madri e padri con bambini piccoli. Dei luoghi che sono diventati punti di incontro, di socializzazione e per molti anche “di salvezza” tanto d’estate quanto durante la stagione invernale. In pratica diventano “rifugi” e per alcuni una sorta di salvezza.

La stessa funzione ce l’hanno le Case di Comunità, con persone che restano a lungo sedute ed attendere un turno che in realtà tante volte non esiste nemmeno.
 

Senzatetto Ancora più difficile la situazione di chi una cosa nemmeno ce l’ha. E non si parla solo di persone che per qualche tipo di particolare percorso si trovano senza un tetto, ma anche di uomini e donne che non se la possono permettere. «Noi ci siamo sempre - spiega Domenico Bedin dell’associazione Viale K -, non chiudiamo e cerchiamo di andare avanti. Ogni giorno anche adesso diamo da mangiare a circa 60 persone ma il lavoro più grande lo fanno i volontari dell’Unità di strada Caritas». E aggiunge, «servirebbero dei luoghi dove poter restare, riposare, avere un po’ di sollievo. Se qualcosa è stato fatto, tanto altro si può e si deve fare».
 

Ogni giorno, a maggior ragione con il pericolo caldo, volontarie e volontari si mettono all’opera. «La situazione è delicata - conferma la signora Mirca -. Solo in pieno centro a Ferrara seguiamo adesso 20 persone, ma nella prima periferia sono anche molte di più». Cosa si fa, concretamente? «Azioni quotidiane che potrebbero sembrare scontate. Intanto portiamo tantissima acqua, perché il pericolo maggiore è la disidratazione. Quindi stiamo attenti anche al tipo di cibo, cercando di fornire frutta e verdura soprattutto a coloro che hanno problemi di salute. E poi i gettoni per le docce». In questi giorni, «ne diamo circa tre a testa, da usare nei bagni del parcheggio Kennedy - va avanti la volontaria -. Soprattutto nei casi più difficili cerchiamo di far capire che bisogna limitare il consumo di alcol, fornendo anche i giusti strumenti. Ma ecco, non ci sono solo persone che hanno bisogno di cure specifiche. Per tante e tante basterebbe un alloggio».