Ferrara, truffa da 580mila euro su Supebonus ed Ecobonus
La Procura ha chiuso le indagini a carico di quattro persone legate a due società. Acconti versati ma lavori di ristrutturazione mai effettuati
Ferrara «Vuoi ristrutturare? Voi fare un restyling di una tua stanza? Fare qualcosa? Quel che vuoi... Noi ti regaliamo il render 3D. Mica male eh?», dice un uomo in un video pubblicitario pubblicato su Instagram da un’azienda che si chiama “Concreto – Italian Real Estate”, sede in via Falcone, a Ferrara.
L’uomo nel video è quello che nel sito internet dell’azienda è presentato come direttore commerciale di Concreto. Ha 34 anni, di Ferrara. È uno dei quattro indagati dalla Procura di Ferrara per una maxi truffa sui bonus edilizi – Superbonus 110% ed Ecobonus – che ha portato tredici famiglie a perdere, nel complesso, oltre 580mila euro, oltre alla frustrazione di non vedere mai un cantiere vero e proprio, con gli ulteriori danni provocati.
Per loro, di “concreto” c’è stato molto poco, se non il pagamento di acconti, c’è chi è arrivato a fare bonifici per oltre 90mila euro, per accelerare lavori di ristrutturazione che non sono in realtà mai partiti e quando lo hanno fatto, si sono fermati alle demolizioni. Alcuni di loro non solo hanno perso il treno dei bonus, ma si sono ritrovati infatti con le case sfasciate e lasciate così, come già abbiamo raccontato su queste pagine poco più di un anno fa.
I quattro indagati sono tre uomini e una donna. Sono i rappresentanti, formali e di fatto, di due aziende: Ti Ristrutturo, che avrebbe dovuto essere il braccio operativo edilizio, e la Elite Business Consulting, che avrebbe dovuto agire come general contractor per i bonus.
A fine luglio il sostituto procuratore Stefano Longhi ha chiuso le indagini nei loro confronti, dopo un lavoro complesso da parte della Guardia di finanza, che ha prodotto alcune migliaia di pagine di atti e documenti. A dare l’avvio all’indagine sono state le tante denunce, arrivate dal Ferrarese – città e provincia – ma anche da Imola e Ravenna.
Gli indagati hanno diversi ruoli. Tre di essi sono in rapporto di parentela. Due sono padre e figlio: il primo amministratore unico della Elite dal 2019 al gennaio 2023, il secondo invece amministratore di fatto di tutte le società coinvolte e vero animatore dell’intera attività. È lui l’uomo del video. Con lui anche sua moglie, sua diretta collaboratrice nella gestione dei rapporti con i clienti e nel prospettare a essi la possibilità di effettuare le ristrutturazioni sfruttando le agevolazioni fiscali. E, infine, l’amministratore unico della Ti Ristrutturo e poi della Elite (dal gennaio 2023).
Dalle carte sembra però che, tra i quattro indagati, due abbiano davvero beneficiato del meccanismo considerato truffaldino dagli inquirenti. L’uomo del video e sua moglie: le somme incassate dalle società per gestire le pratiche dei bonus edilizi, venivano usate in realtà, almeno secondo quanto appurato dagli investigatori, per pagare spese personali della coppia, e dunque del tutto estranee all’attività e a gli scopi delle due società. E, sotto questo punto di vista, forse non è una coincidenza quanto lamentava su La Nuova una delle persone che ha denunciato di esser stata truffata, disperata per i soldi persi: «Sono piena di debiti e stiamo subendo anche conseguenze fisiche e psicologiche mentre loro fanno la bella vita», ci aveva raccontato, riferendosi alle foto che uno degli amministratori aveva pubblicato sui social, dove era ritratto al mare in Sardegna o a fare aperitivo sorseggiando coppe di champagne.
Nel frattempo la società Ti Ristrutturo – che fu anche sponsor della Pallacanestro Vigarano e finì male – è finita in liquidazione giudiziale, mentre risulta ancora attiva la Elite Business Consulting. L’ultimo fatturato noto è quello del 2022: 706.330 euro. Nessuna delle due, sostengono gli inquirenti, aveva né la millantata esperienza in materia né la struttura idonea per adempiere alle proprie obbligazioni.
Hanno avuto però la capacità di ingolosire 13 famiglie e farsi versare acconti per oltre 580mila euro. Denari versati quasi tutti nel corso del 2022 e solo una somma nel 2023.
La prima, una famiglia di Riva del Po, ha consegnato 35mila euro in diverse tranche proprio alla Elite. Un coppia di Imola ha invece versato 90.300 euro alle due società e così anche una donna di Ravenna. Sempre a Ravenna, un condominio si era fatto convincere a eseguire i lavori di ristrutturazione, pratica per la quale ha versato 26.972 euro. Ancora nella città romagnola, una coppia ha corrisposto 30.500 euro. A Ferrara, l’amministratrice di un condominio ha versato 24.510 euro per il condominio stesso, nonché 5.325 euro per un suo immobile. Tre famiglie residenti nella stessa via del capoluogo estense hanno versato due di esse 18.250 euro e la terza 85.300 euro. Un uomo di Copparo ha pagato 46mila euro per due immobili, mentre una coppia del capoluogo 50mila euro sempre per due unità immobiliari; sempre a Copparo una donna se l’è cavata con soli 5.670 euro. A Bondeno, infine, una donna ha corrisposto 53.750 euro.
Il Superbonus, di sicuro, non l’hanno ricevuto loro.
«Il 415 bis è un passaggio necessario che io e i miei assistiti attendevamo con impazienza», commenta l’avvocato Simone Bianchi che assiste otto persone rimaste con un pugno di mosche in mano. «Chiaramente questa è un’indagine molto complessa che ha richiesto tempi lunghi per svolgere tutti i necessari approfondimenti. Leggendo gli atti abbiamo avuto modo di apprezzare lo sforzo e l’ottimo lavoro svolto dalla Procura. Ora attendiamo gli sviluppi, e chiaramente auspichiamo l’esercizio dell’azione penale. Se così sarà, ci faremo trovare pronti per dare il nostro contributo nella fase processuale», conclude l’avvocato Bianchi.