Ferrara, l’affondo de La Resistenza: «Sindaco, incontriamoci. Sennò è solo propaganda»
Da due anni il centro di promozione sociale è chiuso e da allora nulla si è mosso
Ferrara «È diventato il gioco tra gatto e topo: questa amministrazione ha chiuso il CPS la Resistenza chiedendo di svolgere certi lavori di ricognizione, che sono stati svolti; chiedendo un progetto di lavori, che è stato presentato; affermando che saremmo potuti rientrare nello stabile a termine cantiere. Poi il Comune e i suoi rappresentanti sono scomparsi. Non una risposta, non un dato concreto, non ulteriori incontri, tutto è stato lasciato nel limbo. Perché è comodo così, per loro». L’atto d’accusa è firmato dal centro sociale La Resistenza e il destinatario è il Comune di Ferrara. Le contestazioni mosse sono variegate e imputano al municipio una sorta di menefreghismo verso, invece, quello che è considerato “un presidio sociale e culturale nel cuore della città, frequentato all’epoca da più di mille soci”.
Sono passati due anni dalla chiusura, sancita da un’ordinanza firmata dal sindaco Alan Fabbri, ma al momento la situazione è quella di stallo. «Sono stati due anni in cui abbiamo speso energie e tempo, due anni di finti incontri e dichiarazioni, ora possiamo dirlo con certezza, propagandistiche. Almeno da parte di questa Amministrazione comunale. Noi d’altro canto abbiamo provato ad organizzare nel minor tempo possibile il cantiere necessario, da finanziare almeno in parte con la raccolta fondi che abbiamo lanciato; questa era una esplicita richiesta del Comune a cui abbiamo risposto con un progetto che non ha mai ricevuto nemmeno l’ombra di una minima considerazione. Abbiamo scritto decine di mail e Pec, a cui il Comune non ha mai risposto; abbiamo richiesto numerosi incontri che hanno avuto sempre lo stesso risultato: “non è responsabilità nostra, bisogna sentire i tecnici preposti” da parte degli assessori; e ancora “non abbiamo indicazioni su cosa fare, bisogna sentire la parte politica ed il sindaco” da parte dei tecnici; ed ancora “non ho idea di cosa facciate là dentro, ma non importa, dovete trovarvi un posto in affitto”, proprio da parte del sindaco». Gli attivisti de la Resistenza sollecitano poi Fabbri “a essere sindaco di tutti” e soprattutto ad avviare quel confronto - reale - che potrebbe portare il centro ad essere riaperto. «Noi siamo sempre stati disponibili ad avviare un dialogo serio - si legge nella nota - voi vi siete sempre ritratti o tentato di allungare il brodo rimbalzandoci tra mille uffici e figure differenti. Sarebbe bene che questa Amministrazione smetta di giocare e si metta a lavorare anche su questo grande tema. Avete una ulteriore possibilità di fare ciò che rifuggite da due anni, abbiamo chiesto con Ancescao un incontro ad inizio di questo mese. Se non dovesse esservi seguito non ci resterà altra possibilità che procedere, ancora una volta, nelle sedi preposte, anche per vie legali. Lo facciamo per il diritto di uno spazio comune, che significa uno spazio per tutte e tutti».
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