Quella volta che la Spal dei giornalisti giocò insieme a Pippo Baudo
Capitan Maurizio Barbieri, Paolo Negri e Mauro Malaguti arrivarono fino alla semifinale del gioco di Domenica In. «Mi diceva: parli solo tu e quando ti tocco la spalla». «Baudo aveva tutto sotto controllo»
Ferrara C’è un ricordo del tutto particolare che lega Ferrara a Pippo Baudo, esattamente in questa direzione. E perdonateci se, per una volta, saremo autoreferenziali, ma qui si tratta di una sorprendente spedizione giornalistica a Domenica In, ma in salsa spallina. Si andava incontro all’anno 1982, quello del mundial di Spagna, così la trasmissione nazional-popolare della domenica s’inventò un gioco… «Era un concorso con rappresentanza di varie squadre di calcio italiane - ricorda Paolo Negri, firma spallina della Nuova Ferrara -, perdemmo solo in semifinale contro Piacenza. Ci facevano delle domande sul calcio e chi calciava per primo il pallone aveva diritto alla risposta: se l’azzeccava valeva come se fosse un gol. Andammo tre volte e non ricordo chi eliminammo prima della Sampdoria, poi perdemmo la semifinale con Piacenza. Eravamo io, Mauro Malaguti, Stefano Rizzi, Maurizio Barbieri... Pippo Baudo? Magnifico! Assoluto padrone, dominatore della scena, aveva tutto sotto controllo. Ma con immensa signorilità, con eleganza, col sorriso. Immenso, davvero. Incontrammo e conoscemmo anche Miguel Bosè e Sandro Giacobbe, che erano ospiti in due diverse puntate. Viaggiavamo in vagone letto il venerdì notte, a Roma albergo e vitto pagati dalla Rai, poi tornavamo la domenica notte dopo la trasmissione e dopo cena. Fu divertente. Le maglie ce le dava ogni volta la Spal, poi le dovevamo restituire. Forse fu la Spal a essere contattata dalla Rai e a sua volta contattò Radio Estense Informazioni mettendoci in comunicazione con la Rai stessa per i dettagli della partecipazione. È passato un po’ di tempo... la sfida con la Sampdoria fu alla prima puntata cui partecipammo, nel novembre 1981, con ospite Julio Iglesias. Poi battemmo il Milan e infine l’eliminazione in semifinale contro Piacenza».
Interviene la memoria di Maurizio Barbieri, altro collega ora in pensione: «Fungevo da capitano della Spal e il sabato pomeriggio durante le prove Pippo Baudo mi diceva sempre “parli solo tu e solo quando ti batto la mano sulla spalla e occhio a quello che dici che ti controllo!”. La squadra cambiava ogni volta: io, Mauro Malaguti e Paolo Negri c’eravamo sempre, poi anche Daniele Canella, una volta c’era anche Stefano Ciervo (altro collega alla Nuova Ferrara, ndr). Ricordo che il sabato mattina dovevamo essere negli studi Rai a Roma vicino all’Olimpico, in via Teulada, la Rai non era ancora a Saxa Rubra. Dovevamo passare dalla signora Jolanda in amministrazione per firmare il contratto, in quanto eravamo scritturati come artisti, poi nel pomeriggio le prove e poi liberi e ci trovavamo il giorno dopo negli studi Rai verso le 13. Pippo Baudo era sempre molto cordiale, diede solo qualche raccomandazione in più nella puntata nella quale c’erano come ospiti Julio Iglesias e Miguel Bosè: c’era folla fuori dagli studi e il delirio anche negli studi, diverse persone mi chiesero se era possibile avere autografi dei due. Una signora mi disse “io sono nata a Jolanda di Savoia”. Quando giravamo per Ferrara durante la settimana venni fermato più di una volta per strada, ma non per un autografo: mi chiedevano come era Baudo, ma soprattutto Iglesias e Bosè, e dicevano forza Spal, forza Ferrara. In una puntata riuscii anche a citare la salama da sugo. Baudo mi disse solo: “Ma che roba è?”. Qualche tempo dopo Bosè venne a Ferrara ospite di una festa de l’Unità al Montagnone: andai a salutarlo e si ricordava di noi ragazzi ferraresi e spallini, con mia sorpresa e stupore disse "tu eri il capitano"». Che tempi, che storie, che Pippo Baudo! Non ce ne sarà mai più un altro.