La Nuova Ferrara

Ferrara

Il caso

“Sfrattato” dalla piazza per il Palio di Ferrara. L’ambulante fa ricorso al Tar

Daniele Oppo
“Sfrattato” dalla piazza per il Palio di Ferrara. L’ambulante fa ricorso al Tar

Il commerciante contro la sospensione della licenza, il Comune si difende. L’uomo aveva anche comprato strumentazione nuova sulla base delle promesse ricevute e non rispettate

2 MINUTI DI LETTURA





Ferrara Lo aveva annunciato e lo ha fatto. Michele Bregola, storico ambulante di piazza Ariostea, ha presentato un ricorso al Tribunale amministrativo dell’Emilia-Romagna contro la sospensione della licenza di somministrazione della propria attività per il 31 maggio, il giorno in cui piazza Ariostea si corre il Palio. Per due anni di fila.

La sospensione, quest’anno, era arrivata su indicazione della Fondazione Palio, con una determinazione dirigenziale datata 28 maggio. L’ambulante contesta la legittimità dell’atto, del quale chiede l’annullamento al tribunale amministrativo, nonché la legittimità del parziale diniego opposto dal Settore sviluppo economico del Comune a una istanza di accesso agli atti. Bregola chiede anche il risarcimento del danno che sostiene di aver subito.

L’Amministrazione comunale è intanto corsa ai ripari, nominando un proprio legale affinché la assista nella causa. Si tratta dell’avvocato Giuliano Onorati, legale di grande esperienza nel campo e che già assiste il Comune in molti altri procedimenti davanti al Tar. Per questa causa è stato previsto un compenso economico di poco meno di 18mila euro.

«Arrivo fino in fondo a questa storia – afferma Bergola, contattato da La Nuova –. La mia licenza è stata rinnovata fino al 2032 e poi arrivano all’ultimo giorno per dirmi che non posso stare lì, dopo avermi detto di sì e poi di no, rimpallandosi la responsabilità tra Comune e Fondazione Palio. È una presa in giro, io ho fatto degli investimenti, ho preso l’attrezzatura elettrica perché mi avevano detto che serviva quella per poter andare all’interno, e non l’ho mai usata, non mi hanno fatto fare niente. È un bel danno».

Per l’imprenditore, oltre che una questione economica e legale, è anche una questione di onorabilità: «Davo valore alla parola data, avevo parlato con il sindaco e con Borsetti (Nicola, ndr), presidente del Palio, e in primis il sindaco mi aveva dato l’ok, dicendo di trovarmi una posizione. Purtroppo tutto solo a voce». Un giudice ora valuterà se, al di là del mancato rispetto delle promesse, ci sia o meno una questione di correttezza delle procedure amministrative.

© RIPRODUZIONE RISERVATA