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Foto proibite

Online gli scatti rubati di donne. Anche ferraresi sulla pagina “Mia moglie”

Stefania Andreotti
Online gli scatti rubati di donne. Anche ferraresi sulla pagina “Mia moglie”

Vari utenti si ritrovano sui social per apprezzamenti e tentare incontri su un gruppo pubblico di Facebook

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Ferrara Il caso è scoppiato in questi giorni, ma la pagina esisteva dal 2019 ed aveva raccolto oltre 30mila seguaci. E ieri, dopo migliaia di segnalazioni, il gruppo pubblico chiamato “Mia moglie” su Facebook è stato chiuso. Per anni ha proposto “scatti rubati” di donne, mogli e fidanzate, che venivano condivisi dagli uomini per suscitare commenti, invidia e proposte negli altri utenti. Un misto tra esibizione di trofei, voyeurismo, cameratismo, body shaming, sito di incontri, scambi di coppia e offerte di prestazioni: scorrendo il feed si trovava di tutto. Diversi ferraresi avevano scelto questo luogo virtuale per incontrarsi, anche se al momento non risulterebbero denunce arrivate dalle potenziali vittime del nostro territorio.

“Cerco coppia o mogliettina disponibile in prov di Ferrara” è uno degli appelli che fino a un momento prima della chiusura si poteva ancora leggere online. E prontamente gli avevano risposto: “Centro o periferia? Il prezzo varia...”, “Ferrara no. Ho qualcosa disponibile Cento e Cocomaro di Cona. Va bene?”. C’è invece chi dava sfogo alla vena poetica: “Le mogli mature non si rincorrono. Si aspettano. Si guardano con rispetto…e poi si immaginano, magari in una sera d’estate, con le mani intrecciate… e qualche bottone di troppo slacciato. Saluti dalla provincia di Ferrara”.

E anche qui i commenti non avevano tardato ad arrivare: “Ciao, anch'io dalla provincia di Ferrara, se ti va potremmo far conoscenza”, “Spiaggia nudisti”, ma anche “Bellissima considerazione”, “Parole d’oro”, e a stemperare il romanticismo era arrivata l’allusiva emoticon della melanzana, che assieme a quella della pesca andava per la maggiore.

A sollevare l’ondata di indignazione non sono state tanto le abitudini e i gusti di ognuno che sono cosa privata, ma gli eventuali reati che si potevano configurare dietro a diversi post, soprattutto quelli con foto pubblicate senza consenso. La diffusione non consensuale di immagini in Italia è un reato e può configurarsi sotto vari aspetti giuridici. In generale, si tratta di una violazione della privacy e del diritto all'immagine della persona coinvolta. Far circolare foto o video intimi o sessualmente espliciti senza autorizzazione è un reato, punito fino a sei anni di reclusione dall'articolo 612-ter del Codice Penale. Anche chi partecipa con commenti violenti rischia conseguenze legali. Oltre agli aspetti penali, la diffusione non consensuale di immagini può anche violare la normativa sulla protezione dei dati personali, con sanzioni amministrative previste dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, in alcuni casi molto elevate.

Poi c’è la questione sociale, di contesti virtuali - come questo ce ne sono migliaia anche su Telegram ancora attivi – in cui si assembrano maschi a volte coperti dall’anonimato, a volte nemmeno, che fanno branco per dare la stura alla peggior misoginia, con aggressività verbale e umiliazioni lessicali che si fomentano a vicenda, in un gioco famelico che non ha nemmeno a che fare con la perversione, ma con una vera e propria violenza di genere. E su questo i gestori dei social sembrano essere molto tolleranti. 

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