«Tresigallo rivela pezzi di verità». La città metafisica da 110 e lode
Pietro Cazzuffi si è laureato al Politecnico di Milano con una tesi sulla cittadina. «È simbolo di vite che cambiano». Lo studente di Architettura ha origini ferraresi
Tresigallo A metà tra Massa Fiscaglia, paese di mamma Susanna, e Copparo, dove è nato papà Daniele, c’è uno di quei posti che tanto affascina chiunque lo veda per la prima volta. Lo stesso effetto, le medesime emozioni hanno colpito Pietro Cazzuffi, 22 anni di Gallarate – dove la famiglia con salde radici ferraresi vive da tempo –, tanto da farne tema della tesi di laurea. “Tresigallo: singolarità e limiti di una città di fondazione” è il titolo dell’elaborato finale a coronamento di un percorso triennale alla facoltà di Architettura al Politecnico di Milano, valutato 110 e lode lo scorso luglio. Un lavoro particolarmente apprezzato dalla commissione di laurea, nel quale era presente proprio una docente che fa parte dei circuiti italiani che si occupano di città di fondazione e rifondazione.
«È una città che nel bene e nel male ti rimane impressa – spiega Pietro –: quando scendiamo a Ferrara passiamo sempre per Tresigallo e iniziando a studiare ho pensato che non sarebbe stato male approfondire». Sin da piccolo ha guardato quelle insegne a caratteri cubitali sugli edifici: crescendo lo sguardo, con occhio analitico, si è affinato. «Di per sé le architetture sono modeste – dice il neo laureato –, mi sono concentrato invece su ciò che le architetture esprimono; il racconto di un uomo, Rossoni; la storia e la fondazione che hanno cambiato una città nella forma estetica ma soprattutto nella vita delle persone. Dopo Rossoni Tresigallo è cambiata radicalmente: questo ho raccontato, questo è l’architettura, simbolo di una storia e di vite che cambiano».
Libri su libri, pagine di manuali dense di informazioni sulla cittadina ferrarese hanno permesso a Pietro Cazzuffi di redigere la tesi, e poi il confronto – sempre tramite le carte dei volumi – con chi si è speso (e si spende tutt’oggi) di fare di Tresigallo un’icona: Stefano Muroni, attore e sceneggiatore, più propriamente imprenditore della creatività, fondatore della filiera Ferrara La Città del Cinema per dirne una. Ora il percorso accademico continua: sempre Architettura (due anni), sempre al Politecnico di Milano, e che la prossima tesi non parli ancora una volta di quella Ferrara dove Pietro ama tornare ogni volta che c’è l’occasione.
La citazione Riportiamo qui un passaggio del lavoro di Cazzuffi: «È evidente che ciò che rimane oggi non è più l’idea corporativa della nuova città e il suo comparto industriale, ormai in parte abbandonato, bensì le sue architetture. È quindi un bene che siano rimaste come simbolo di quella tensione tra idea sociopolitica e concretizzazione architettonica che creò Tresigallo, come evidenza di quei limiti che certamente hanno confinato la città a rimanere un caso urbanistico e sociale più che architettonico, ma che non rappresentano il difetto del caso, anzi lo caratterizzano. E allora sì che Tresigallo diventa interessante anche nella sua modesta architettura come rivelazione di frammenti di verità, rappresentazione di sogni e di perversioni che attraversano il bene e il male dell'uomo. E tutto ciò è presente nel caso rossoniano. La storia del paese è un sogno, una perversione che attraversa il bene e il male di un solo uomo, Edmondo Rossoni, e la sua architettura, poco importa se bella o meno, è la materializzazione di questa storia».
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