La Nuova Ferrara

Ferrara

L’inchiesta

Argenta, infermiere e dottoresse indagati per morti sospette. L’Ausl: «Accertare responsabilità»

Daniele Oppo
Argenta, infermiere e dottoresse indagati per morti sospette. L’Ausl: «Accertare responsabilità»

L’Azienda sanitaria valuta eventuali provvedimenti disciplinari

3 MINUTI DI LETTURA





Argenta Piena collaborazione e interesse a che venga fatta piena luce sull’intera vicenda. È la posizione dell’Azienda Usl di Ferrara in merito ai nuovi risvolti dell’inchiesta sulle morti sospette e i presunti maltrattamenti nel reparto di Lungodegenza dell’ospedale Mazzolani-Vandini di Argenta, che vede ora indagate anche due dottoresse per falso in atto pubblici e, per una di esse, anche per interruzione di pubblico servizio. Avrebbero sostanzialmente coperto alcuni comportamenti scorretti dell’infermiere Matto Nocera, l’indagato principale, accusato soprattutto dell’omicidio volontario pluriaggravato del signor Antonio Rivola, paziente deceduto il 5 settembre del 2024 si presume dopo essere stato avvelenato con il farmaco letale Esmeron, che blocca la respirazione naturale e che viene usato in anestesia generale per facilitare l’intubazione dei pazienti. Nocera è stato per questo arrestato il 12 luglio scorso ed è in custodia cautelare in carcere, anche a fronte delle minacce nei confronti di colleghi e parenti. L’Ausl sostiene di aver appreso dalla stampa delle due mediche indagate e rimarca che «l’inchiesta si è aperta, a suo tempo, proprio a seguito di una segnalazione inviata in Procura dalla Direzione aziendale, che in ogni fase ha sempre garantito la massima collaborazione agli inquirenti, al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda. L’Azienda, anch’essa parte lesa nella vicenda ha interesse che emerga tutta la verità sui fatti e che ogni responsabilità venga accertata, per la massima tutela dei pazienti e dei loro famigliari». Anche se non viene specificato nella nota, è probabile che sia al vaglio la possibilità di emettere provvedimenti di tipo amministrativo e disciplinare nei confronti delle dottoresse.
Le due, entrambe con ruoli apicali, sono indagate per la presunta falsificazione delle cartelle cliniche di alcuni pazienti, dove avrebbero attestato fatti non corrispondenti al vero. In un caso avrebbero falsamente attestato la prescrizione di un farmaco antipsicotico per trattare un paziente agitato, mentre la somministrazione sarebbe stata praticata in autonomia dall’infermiere a fronte di una prescrizione “reale” di senso opposto, ovvero di evitare l’uso della sedazione farmacologica. In un altro caso non sarebbe stata riportata in cartella clinica una situazione di copioso sanguinamento di un paziente, che anche l’infermiere avrebbe evitato di annotare. Una delle due dottoresse avrebbe poi impiegato Nocera per interessi personali, mandandolo, in orario di lavoro e di notte, a compiere una prestazione infermieristica a beneficio di sua madre, a domicilio. L’infermiere rimane il centro dell’indagine. Secondo Procura e Carabinieri, avrebbe sistematicamente sedato i pazienti in orario notturno, utilizzando in maniera impropria e senza alcuna prescrizione il farmaco Midazolam, del quale sarebbero sparite diverse fiale e che si credeva inizialmente fosse stato usato per uccidere Rivola e anche la 90enne Floriana Veronesi, dal cui decesso, avvenuto il 24 settembre e considerato sospetto, è di fatto nata l’indagine. Nocera avrebbe anche sottoposto alcuni pazienti a trattamenti degradanti e, in un caso almeno, a un dannoso intervento chirurgico, per il quale è indagato anche per esercizio abusivo della professione di medico. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA