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La sentenza

Cento, non si presentò dal notaio, ora deve pagare un milione di euro

Daniele Oppo
Cento, non si presentò dal notaio, ora deve pagare un milione di euro

Respinto il ricorso di una società immobiliare e del suo socio responsabile

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Cento Il preliminare di vendita era del 2011. La prima sentenza del 2016 ma per una decisione definitiva, quella della Corte di Cassazione, si è arrivati fino a quest’anno, quando la suprema corte ha deciso che una società immobiliare – nel frattempo finita in liquidazione – e il suo socio devono pagare un milione di euro a un’altra società, a titolo di raddoppio della caparra confirmatoria.
 

La vicenda nasce da un preliminare di vendita di un immobile, dove era stata prevista una caparra di 500mila euro, non versata materialmente ma tramite una compensazione di crediti. La società immobiliare, che si chiamava Immobiliare Città del Guercino, non si era presentata dal notaio per il rogito. Da qui è nata una lunga vicenda giudiziaria dove, di fatto, i giudici hanno sempre dato ragione alla società rimasta con un pugno di mosche in mano.
 

Tra i motivi che la Immobiliare Città del Guercino e l’allora socio accomandatario (che è responsabile illimitatamente con il proprio patrimonio dei debiti societari) avevano e hanno opposto fino alla Cassazione, c’è la contestazione della qualificazione della caparra, che sarebbe stata penitenziale (come corrispettivo per il diritto di recesso) e non confirmatoria e il fatto che la caparra fosse consistita in una compensazione di crediti e non già in un versamento di denaro.
 

Motivi respinti dal primo grado alla Cassazione. Quel debito, decisamente grosso, va pagato in solido dalla società e dall’ex socio responsabile con tutto il suo patrimonio.